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Non ho tempo per leggere!

Fatta una buona premessa (che vale anche come sincera promessa), posso affermare che leggere almeno un centinaio di libri l’anno è la cosa in assoluto più incredibile che si possa fare nella vita, ma so che non basterebbe a convincere i più scettici della possibilità di farlo senza sacrificare le proprie abitudini (almeno quelle sane, figuriamoci quelle viziose).

di Vincent Baker

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Se ben ricordo, solo qualche settimana fa ho letto un’intervista a tale Warren Buffet, imprenditore ed economista statunitense, soprannominato l’oracolo di Omaha. Mi scuso per l’ignoranza che in me la fa da padrona, soprattutto quando si tratta di parlare di certe eresie come l’alta finanza (e di tante altre, ahimè…), ma mi sono interessato quando ho letto che questo signore è considerato il più grande value investor di tutti i tempi. Ecco; tuttora non ho ben capito che cosa faccia di mestiere quel signore (e con il denaro di chi), ma presumo che – se il cielo vuole – essere considerato in una qualunque professione il più grande di tutti implichi per forza una formazione di primissimo livello e, se non altro, il cosiddetto segreto del proprio successo.

Quando l’intervistatore, a un certo punto, si è permesso di chiedere a Warren Buffet quale sia questo suo grande segreto, la cosa ha assunto aspetti paradossali, poiché il magnate, dopo aver indicato con teatralità premeditata una pila di libri sul tavolino alla propria destra, gli ha risposto: “Li vede questi? Legga come me 500 pagine ogni giorno. È così che funziona la conoscenza. E ne acquisisca una di un genere il più completo e vario possibile. È tutto ciò che deve fare… ma, mi creda, posso assicurarle che davvero in pochi ci riescono.” Okay; cerchiamo di essere quantomeno onesti. Senza finire invischiati in discussioni troppo complesse su quel che sia o meno la conoscenza, il Sapere, e sulla capacità poi di utilizzare le nozioni e le fonti in modo fruttifero, proviamo a riflettere sulla validità del postulato del preparatissimo – oseremmo mai dire il contrario? – economista di primo rango.

Per riuscire a leggere ogni giorno almeno 500 pagine da uno o più libri – questa potrebbe essere la prima impressione per un lettore medio italiano (quindi, praticamente, di un non lettore forte) – bisognerebbe avere a disposizione tutta la giornata; oppure non dormire la notte, non riassettare l’appartamento, non badare a figli, famiglia, animali domestici, una volta tornati a casa dal posto di lavoro. No! Praticamente impossibile. Una sbirciata allo smartphone, un click al telecomando della tivù e via a svenire in poltrona. Ma procediamo con ordine. Per quanto mi riguarda ho la fortuna di svolgere in gran parte un lavoro da editorialista, scout e traduttore, cosa che mi permette di (anzi, direi meglio, mi obbliga a) leggere integralmente, studiare, sviscerare decine e decine di libri di narrativa e saggistica ogni anno. Facile così, si dirà, unire l’utile al dilettevole, quando è possibile permetterselo. In effetti, sì. Ammettiamo, quindi, che il tempo per provare a sperimentare il consiglio del signor Buffet qualcuno ce l’abbia e che possa permettersi di sfogliare, mese dopo mese, centinaia di pagine tra romanzi e altri generi di testo, oltre che un’infinità di articoli di giornale, letti, studiati e, qualche volta, tradotti. Intanto: ecco quello che posso dirvi secondo le mie esperienze e prassi di lettura, e perché bisognerebbe tentare di ritagliarsi senza scusa alcuna il tempo per leggere sempre e comunque. Leggere così tanti libri, quindi pensieri e riflessioni trasversali, infonde il coraggio di affrontare i grandi e incerti cambiamenti che capitano nella vita. Incoraggia a viaggiare più spesso, a cambiare abitudini. Accende la speranza in situazioni – non soltanto pratiche – laddove sembra persa per sempre. Può convincere ad abbandonare un lavoro sicuro che rende infelici e insoddisfatti, per buttarsi a capofitto nella sola e unica passione che ci permette di continuare a vivere e a sperare, per quanto mi riguarda, ad esempio, quella di scrivere e tradurre. Nei libri ho scovato modelli di riferimento, personaggi ed eroi ai quali ispirarmi, concetti assoluti e universali, completamente all’apposto dai punti di riferimento che ho avuto cinque o vent’anni fa. Leggere così tanto permette di comprendere sfumature e significati del mondo, nonché della società, che prima non si sono colti e non si era in grado di capire. Leggere tutta quella letteratura rende, in poche parole, più felici. Sapere, comprendere, conoscere, accettare esorcizza la paura di morire.

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Fatta la buona premessa (ma vale anche come sincera promessa), non potrei che tagliare corto e affermare che leggere almeno un centinaio di libri l’anno è la cosa in assoluto più incredibile che si possa fare nella vita, ma so che non basterebbe a convincere i più scettici della possibilità di farlo senza sacrificare le proprie abitudini (almeno quelle sane, figuriamoci quelle viziose). Proverò pertanto, armato di santa pazienza, a considerare tutta quella quantità di pagine attraverso un paio di calcoli matematici pratici e trasparenti. Quanto tempo richiederebbe, per esempio, leggere 200 libri in un anno solare? Teniamo conto di due statistiche fondamentali:

  • Un italiano adulto (sempre quel malcapitato non lettore forte di cui sopra) è in grado di leggere in media tra le 200 e le 400 parole al minuto. Bene! Facciamo che sia anche abbastanza sveglio e che abbia almeno le capacità minime di comprensione che dà un diploma di scuola media inferiore, così da leggerne esattamente 400 al minuto;
  • Un testo di saggistica pubblicato in Italia negli ultimi vent’anni possiede più o meno 50000 parole.

Eseguiamo un calcolo rapidissimo:

  • 200 libri moltiplicato per 50000 parole/libro equivale a 10 milioni di parole;
  • 10 milioni di parole diviso 400 parole lette al minuto equivale a 25000 minuti;
  • 25000 minuti diviso 60 fa 417 ore in tutto, da investire in un anno per leggere, quindi, 200 libri.

Sì, lo so. Qualche lettore di questo articolo, vedendo la cifra di ore necessarie, potrebbe abbandonare subito i buoni propositi e obiettare che in una settimana un individuo è costretto a lavorare per sole 40 ore. Come può essere possibile leggere per più di 400! Intanto, quel lettore, la smetta di far parlare il diavoletto spaparanzato sulla sua spalla sinistra e capisca bene, col medesimo giochetto matematico, cosa significhino veramente quelle 417 ore. Riferendomi alle statistiche riportate in calce all’intervista del signor Buffet, ecco quanto tempo spende sui social media o stando davanti alla televisione, in un anno, in media, un americano:

  • 608 ore sui social media;
  • 1642 ore davanti alla tivù.

Il totale fa 2250 ore letteralmente mandate a farsi benedire – a parte per i rari casi di informazione di qualità mandati in onda sempre più raramente dalla televisione o scovata tra le infide pieghe di Internet – in cui, quell’americano, avrebbe potuto leggere, secondo il calcolo precedente, ben 1000 libri.

Con un minimo di coscienza necessaria ad affrontare qualsiasi ostacolo nella vita, questa è la nuda e la cruda realtà che sta dietro la possibilità di leggere l’infinito e meraviglioso catalogo letterario che esiste al mondo. Sì, abbiamo tutto il tempo necessario e che desideriamo per scoprirlo, leggerlo, farlo nostro. Ed è proprio qui che scoppia il bubbone, come si suol dire in modo molto pulp: il lato oscuro della questione è che, in generale, siamo troppo distratti da altro, troppo svogliati e impigriti da media più comodi e veloci, che ci inducono a una passività letale per cervello e abitudini. Tutto ciò che riguarda leggere di più – leggere tanto, studiare, capire, svolgere una pratica attiva e non passiva – fa i conti con lo smettere di sprecare tempo davanti al monitor di un computer, di una televisione o di uno smartphone, al solo scopo di sapere che fine abbia fatto, oppure quale sia la sua attuale liaison, l’ultima meteorica starlette o influecer senza arte né parte. Provate a fidarvi: diventare lettori forti, appassionati di letteratura, è più semplice di quello che si pensi e cambierà per sempre e in meglio le vostre vite, con buona pace di ogni forma di biblioclastia.

Last but not the least, come conclude il super lettore/magnate Mr. Buffet nell’intervista, con piglio tipicamente americano: “The theory is simple. It’s the execution that’s hard.” Se proprio qualcuno non si fosse ancora convinto, lascio questa mia modesta provocazione. Per otto ore al giorno dobbiamo lavorare, per altre otto è giusto godersi un meritato riposo e soddisfare gli impegni familiari; ma un giorno intero ne possiede altre otto. Investitene almeno tre o quattro in un buon libro.


7 commenti

  1. Sono sostanzialmente d’accordo con quanto dici: leggere molto (e leggere bene) cambia la vita.
    Il problema, secondo me, è che l’italiano medio (o signur che brutta generalizzazione) pensa che il leggere finisca con la laurea. Preso il tuo bel pezzo di carta, puoi impacchettare solennemente tutti i libri che hai a casa e riporli in qualche umida cantina. Invece, sempre secondo me, è proprio quando finiscono gli studi tradizionali che uno dovrebbe cominciare a leggere per imparare davvero. Forse Buffet ci dice proprio questo: se volete continuare a “evolvere”, dovete continuare ad apprendere. A prescindere dall’obiettivo che uno si pone. Che tu voglia puntare imparare a conoscere una lingua nuova, piuttosto che diventare il padrone dell’universo, non puoi prescindere dall’apprendimento. Ecco.

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  2. Grazie per il commento; eh, ma come vede, un italiano medio dobbiamo mettercelo – parliamo pur sempre di statistiche e numeri – , per quanto stilizzato e modello ironico adatto allo spunto di riflessione: se non ha smesso di fare come mestiere l’italiano medio, molto probabilmente dev’essere diventato una casalinga di Voghera.
    E non cercheremmo mica, noi, di smentire le ultime innovative teorie delle neuroscienze? La formazione psicofisica di un individuo passa per un processo e per un progresso dati dell’apprendimento continuo, diretto o indiretto, teorico o pratico che sia, come dice correttamente lei.

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  3. Eccomi: sono laureata da due settimane e posso dirvi che in queste due settimane ho letto molto e continuerò a farlo a prescindere dalla fine del mio percorso di studi. Ma, sì: dal momento che preferirei non considerarmi un lettore medio, forse avete ragione. Leggere tanto e -sopratutto- leggere bene non è da tutti. Ma a me la lettura ha già cambiato la vita, altrimenti non mi sarebbe esplosa la passione per la scrittura.
    Per quanto riguarda TV e social media, sono d’accordo: ma bisogna fare una distinzione. Se sui social ci stai per scrivere e leggere come facciamo noi non si tratta di una perdita di tempo. Se in TV si guardano storie ben narrate e non TV spazzatura è tutt’altro che tempo perso.

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    1. Innanzitutto complimenti per la laurea e per questo evento epocale nella sua vita!
      Non desista dalla lettura: scoprirà quanto le meravigliose storie – di altrettanta dignità narrativa – che segue in televisione siano “ispirate”, quando non letteralmente prese di sana pianta, da opere letterarie che non avrebbe mai pensato. Di certo, quando dico “tempo perso su Internet” intendo dire proprio quello, quando quell’investimento di tempo è privo in ogni qual modo di utilità e, ahimè, su questo media capita spesso. Mi permetta il consiglio maestro che a mia volta ho capito quanto fosse importante seguire: si diventa abilissimi scrittori soltanto leggendo tanto, imparando da chi quel mestiere l’ha fatto egregiamente prima di noi.

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  4. Cinquecento pagine al giorno mi paiono veramente un’enormità, anche se naturalmente nel computo andrebbe considerata anche la velocità di lettura (lettura reale, certo, non uno sfogliare troppo frammentato).
    Forse però negli anni la mia velocità è aumentata, perché tempo libero o meno sono andata salendo di numero. E sì, ho imparato a leggere non solo molte pagine alla volta ma anche poche pagine, nei ritagli (autobus, sale d’attesa…) – se non sono occupata a fantasticare.
    C’è un solo effetto collaterale, che se ne desidera sempre di più 😉

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  5. Leggere è fondamentale!
    Spesso si legge un libro perché interessa o per approfondire qualcosa, e poi se ne scoprono altri e altri ancora.
    Tempo fa, con mia enorme sorpresa, leggendo alcuni libri, mi sono ritrovata di nuovo in una ricerca che avevo momentaneamente sospeso e che non aveva niente a che fare con il libro in questione… Mi è sembrata una magia! 🙂
    I libri a volte ti riallacciano a storie perché vogliono che tu le porti avanti, ti suggeriscono una strada … 🙂

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