da redazione

“I re dell’Africa” di Giuseppe Resta è un romanzo amaro e cinico, che denuncia la piaga delle discariche abusive; l’opera presenta due mondi contrapposti, quello degli innocenti e quello dei corrotti, che si mescolano in una storia che parla dell’illegalità diffusa: un virus che espande il suo contagio azzerando la moralità e aumentando l’avidità. A raccontare questa vicenda dura e crudele è il Vento – «Tutto vedo e tutto sento. E non parlo. Sono omertoso. Sì, lo sono anch’io. E menomale»; il Vento si infila in ogni luogo e osserva senza essere visto quegli spocchiosi re dell’Africa che si godono la vita grazie ai loro guadagni sporchi – «Loro se lo potevano permettere. Tutto era dovuto e concesso ai Re dell’Africa. Volai portando via quel profumo forte di marche costose, di creme per la pelle, di alcol dozzinale, di sudore, il profumo indiscreto di quella borghesia avida e sbruffona». È una storia di indifferenza al male in cui la realtà si tinge di nero, quello della sporcizia e del fango, e in cui neanche la giustizia, se non quella ultraterrena, riesce a dispensare gli opportuni castighi. Il romanzo è ambientato tra il 2017 e il 2018 in una regione del sud Italia, dove è la malavita a controllare tutto, dalla politica all’imprenditoria; è una società deviata in cui l’interesse economico viene prima di qualunque principio etico, e ce lo spiegano bene il commercialista Marcello Negri e il geometra Gianni Mingolla, che chiamano “affari” tutto ciò che è contro la legge, contro ogni regola, e soprattutto contro la loro stessa terra.
In questa storia si parla del traffico illecito di rifiuti, del suolo diventato tossico e dell’aumento delle malattie oncologiche; una piaga dei nostri tempi che è sotto gli occhi di tutti, peccato che la maggior parte di loro siano ciechi o semplicemente si girino dall’altra parte. Il Vento dice che «l’uomo è debole, molto più cangiante di un vento di primavera», e non potrebbe essere più nel vero: i personaggi di questa storia, ad esclusione di pochi, sono guidati solo dalle false promesse del dio denaro e dal miraggio di una vita benestante, se si riesce a mettere sottochiave i sensi di colpa. In mezzo a questa melma umana si ergono pochi eroi: persone, come ad esempio Nadia, che combattono strenuamente, determinati a proteggere la loro terra e ad ottenere verità e giustizia – «Ora potevo soffiare tranquillo e rigenerante. Perché anch’io mi ero rigenerato. Aria nuova e fresca. Pulita».
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