Poesia

Nel giorno di Natale

Federico Cinti

Era un canto dolcissimo di culla,

silenzio e nulla per l’aria tutto intorno;

tenue contorno un volto di fanciulla

e poi fu giorno.

Riso e pianto, il germoglio della vita

stretto tra dita, tra le braccia al seno,

amore pieno, soavità infinita

tra paglia e fieno.

Un palpito di luce per la via,

rara armonia di pace, trascolora

nel cuore ancora quella gioia pia,

oggi, d’allora.

Non riesco a non fermarmi davanti al presepio, sacra rappresentazione certo, ma di un dramma, quello della vita. il tempo lineare, nella sua circolarità, ci permette di rispecchiarci, santo specchio dell’anima, in ciò che siamo e in ciò che dobbiamo essere. Tutto qui, forse. Altre questioni non mi pare di trovarne, così, come qualcuno avrebbe detto, «sedendo e mirando» (G. Leopardi, L’infinito, 4) davanti all’Ineffabile che si fa infans, letteralmente senza parola. Ecco, l’immensamente grande nell’immensamente piccolo. Appunto, come provavo…

View original post 443 altre parole

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: