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(Trilussa nel suo studio – 1950 – archivio CinecittàLuceIncom)
Lo spazio per l’espressione vernacolare è fonte di area ristretta nei territori di ricerca poetica. Ma non è poi così modesta l’attenzione verso quest’altra possibilità espressiva di lingua dentro la lingua, e si legge in modulazione di dialetto anche in poeti attuali. La tradizione ne è naturalmente più ricca. Lasciando ad altri spazi ed ad altre scritture o semplicemente ad altri tempi la cura verso delle scelte critiche dialettali, si porta in lettura un aneddoto su Carlo Alberto Salustri, più noto con il nome de plume di Trilussa, narrato nelle pagine dell’interessante biografia dedicata ad Anna Magnani, amica del poeta. E’ un episodio “post mortem”, poiché la grande attrice racconta in un’intervista su Paese Sera di un fatto accaduto nei giorni dopo la morte del poeta, con protagonista il suo gatto. E poiché il “bestiario” di Trilussa è sempre antropomorfo…
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