Letteratura Recensioni

“La scrittura non si insegna”, i consigli per diventare scrittori di Vanni Santoni

Per diventare scrittori vigono le regole di qualunque altra arte; come per i pianisti da concerto o per i grandi maestri d’arte, sono necessari studio (la Dieta) e costanza (la Disciplina) quotidiani.

di Corrado Premuda

Lo scrittore Vanni Santoni; è stato semifinalista del Premio Strega con “La stanza profonda”

Talento, ispirazione e disciplina: potrebbero essere questi i requisiti che deve possedere un aspirante scrittore, cioè quella persona sconsiderata che voglia dedicarsi a una delle imprese più affascinanti e complicate che ci siano, la stesura di un romanzo. Quanto meno sono i requisiti che individua Vanni Santoni nel suo delizioso pamphlet “La scrittura non si insegna” (Minimum Fax, pp. 96, euro 13), prezioso vademecum di consigli che non tralascia, per fortuna, l’ironia. Alla pari di un eroe romantico, destinato a scontrarsi col mondo intero per difendere i suoi ideali e le sue passioni, ogni futuro romanziere dovrebbe ricordare sempre che nella scrittura non ci sono regole da imparare e che, anzi, proprio chi trasgredisce, di solito, è un vero scrittore. Scuole, corsi e manuali di scrittura creativa hanno un’utilità limitata perché non si può insegnare a scrivere, dice Santoni, mentre si può invece insegnare a pensare come uno scrittore. E allora come si impara a scrivere? Leggendo e scrivendo. Tutto il resto può servire da integratore ma la lingua e la forma della propria scrittura deve trovarle l’autore stesso con le sue forze. Santoni suggerisce i romanzi imprescindibili da leggere come formazione personale: oltre ai capolavori di Proust e Joyce, ecco “2666” di Roberto Bolaño, “Underworld” di Don DeLillo e “Infinite Jest” di David Foster Wallace. Tutti testi voluminosi che lanciano una sfida al lettore, possono ispirarlo e smuovergli qualcosa dentro, in virtù anche delle loro imperfezioni che spalancano porte e finestre alla creatività.

“Dedicarti in modo esclusivo e intensivo a questi libri a elevato potenziale sarà il tuo modo di varcare più rapidamente possibile le porte della percezione della scrittura letteraria”, sottolinea Santoni rivolgendosi direttamente all’aspirante narratore. Perché solo romanzi stranieri? L’autore spiega che per affinare lo stile c’è tempo, prima è urgente aprire la mente alle reali possibilità della narrativa e riempirla di suggestioni. Ma poi arrivano anche gli italiani, da Pirandello e Svevo ai contemporanei Calasso, Magris e Moresco, fino al fumetto “Pompeo” di Andrea Pazienza, che “è anche il maggior romanzo italiano del secondo Novecento”. Non mancano i consigli pratici: se si scrive davvero quotidianamente possono bastare duemila battute al giorno, imporsi un elenco di espressioni e frasi fatte da evitare tassativamente perché fin troppo usate, guardarsi bene dallo scrivere cose noiose, non stancarsi di revisionare sempre. E infine ecco gli strumenti utili per farsi conoscere ed esercitarsi: tenere un blog, proporsi alle riviste letterarie e magari anche trovare un agente. Ma solo dopo aver trovato un editore.

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