Manuale malin-comico per affrontare il presente

da redazione

L’autrice del libro, Odette Copat

“Sbagliavo, non credevo, non pensavo.

Il tempo è imperfetto come l’essere umano, un dente annerito sul viso,

un bottone che sfugge al divano.

Vorrei, sarei, potrei.

Se fossi più forte, più sano o più buono.

Se fossi diverso farei scelte migliori,

ma le carte che ho in mano non son tutte fiori. Ho l’asso di spine, due ripicche, pochi denari e troppi bastoni.

Ti amai in un tempo remoto e cosa ne è stato di quel sentire: un cassetto socchiuso, un modo di dire.

La nostalgia è un ago di pino, una lettera aperta, un sonno bambino.

Si sveglia talvolta nel rosso del vino, nel seppia di un sogno, o in un vecchio scontrino.

Diceva la prof di latino: spero, prometto e giuro reggono sempre l’infinito futuro.

Perché la promessa riguarda il domani, i “non lo farò più”, la dieta da lunedì.

Lo vedi? l’accento fugge più in là,

mentre sul qui l’accento non va.

Soltanto il presente regge se stesso, non ha scuse e consuma l’adesso.

È un battito d’ali, un rumore di ciglia, un’impronta di pelle, un fruscìo di conchiglia.

Il presente è un messaggio in bottiglia.”


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