Into the wild

di Emanuele Casale

Il 18 Agosto del 1992 moriva Christopher Johnson McCandless. Molti lo conoscono grazie al meraviglioso film a lui ispirato: “Into The Wild”. Dalla sua inflazione di personalità ne è uscito comunque qualcosa di unico, caratteristico, qualcosa che ha del “carattere” (per quanto inflazionato). A uno stile di vita borghese, unilaterale e povero di anima, che caratterizzava il suo ambiente sociale e familiare, Christopher rispose con uno stile di vita contrapposto ma altrettanto unilaterale e inflazionato sul piano psicologico, più precisamente sul piano dell’integrazione della personalità. Per questo è così importante – per non sprecare un’intera vita prima del tempo – la via che porta all’integrazione della personalità, la tensione e la riconciliazione degli opposti dentro di sé, quello che Jung denominò – rifacendosi all’antichità – il “processo di individuazione”.

“La felicità è reale solo quando condivisa.”

Johann Wolfgang von Goethe

Christopher fu un viaggiatore statunitense che all’inizio degli anni novanta, dopo aver conseguito con ottimi voti una laurea alla Emory University, decise di intraprendere un viaggio solitario nell’Ovest Americano. Devolse così tutti i suoi risparmi alla Oxfam, lasciò senza alcun avviso la famiglia benestante e partì da solo sulla sua Datsun che abbandonò poco dopo (lasciandovi all’interno tutti i suoi beni e qualsiasi traccia della sua identità). Proseguì il viaggio in autostop e girovagò tra Stati Uniti e Messico settentrionale. Trascorse gli ultimi 112 giorni della sua vita in Alaska, dove abitò in un autobus abbandonato soprannominato da lui Magic Bus. Durante tutto il suo viaggio Chris, che si era cambiato nome in Alexander Supertramp, scrisse diverse pagine di appunti in cui spiegava i motivi per cui aveva preso la drastica decisione di lasciare la società e in cui descrive il suo lungo viaggio all’interno della natura selvaggia. Venne ritrovato da due cacciatori all’interno del Magic Bus nell’agosto del ’92, morto, probabilmente di fame o intossicato.

Christopher Johnson McCandless seduto accanto al Magic Bus

Assieme al suo cadavere furono trovati, oltre che diversi oggetti di cui si era servito per sopravvivere in Alaska, anche i suoi appunti, una macchina fotografica contenente un famoso autoscatto e alcuni libri di Tolstoj, London e Thoreau. La sua storia ha ispirato il libro “Nelle terre estreme” di Jon Krakauer e il film di Sean Penn “Into the wild” (interpretato da Emile Hirsch e con la colonna sonora di Eddie Vedder). In seguito alla risonanza mediatica , il Magic Bus è diventato meta di appassionati della storia di Alex e dei turisti estremi.


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