
È questo il titolo (ispirato al principio 3 del nostro decalogo) e il tema che faranno da filo conduttore del Festival della comunicazione non ostile 2024: una riflessione sulle dinamiche della lingua e su come riesca a plasmare le nostre relazioni, influenzare le opinioni e determinare il corso degli eventi. Sceglieremo le parole del domani insieme alla generazione che ne sarà la protagonista: la Generazione Z.
Con la GEN Z costruiremo un’edizione che sappia fare dell’ascolto e della condivisione la bussola per un nuovo futuro.
Generalmente si considera che la Generazione Z includa coloro che sono nati tra la metà degli anni ’90 e l’inizio del 2010. Insomma, è una generazione under 30 che sta firmando i primi contratti di lavoro e che sta iniziando ad andare a vivere da sola.
Come scrive Francesca Faccani su Rivista Studio:“Iniziamo a vederli infiltrarsi piano piano negli uffici, dove verranno liquidati da qualche capo cinquantenne come una generazione che non ha voglia di fare nulla, oppure leggiamo di loro su qualche rivista in cui scrivono che non sono più interessati alle relazioni, né tantomeno al sesso, o a quella che i vecchi chiamano movida, perché vogliono solo dormire. Così, mentre si inizia a parlare della neonata generazione Alpha, la Z è arrivata a quel momento della vita in cui le viene chiesto, microfono alla mano, che cosa voglia dire per lei diventare grande… “
Forse possiamo dire che è la generazione che subisce più di altri giudizi superficiali, della quale non vengono comprese appieno le esperienze, i valori e le sfide che si trovano a vivere. Qualcuno ipotizza che sia tutta colpa di internet, perché sono ragazzi e ragazze nati e cresciuti online, in una cultura del confronto e dell’idealizzazione che li ha distratti dalle cose importanti. Sarebbe però troppo facile ridurre il vissuto di una generazione intera a una parte – seppur importante – del loro quotidiano.
Ma è dalle parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che vogliamo partire per avviare un dialogo intergenerazionale che ci porterà a guardare al mondo e alle cose da più punti di vista: “La generazione Z – è vista disorientata, anzi come estraniata dalla realtà, come quasi inerte, come rinunciataria. Sinceramente non so da dove possano uscire queste valutazioni così difformi dalla realtà, così gravemente sbagliate, sulla nostra giovane generazione. Personalmente penso – costantemente trovandone conferma – che questa sia un motivo di speranza per il nostro Paese. E sono anche convinto che il disorientamento che realmente, talvolta, affiora, sia responsabilità di noi adulti.” [Estratto del discorso della cerimonia d’inaugurazione dell’anno accademico ‘23/’24 dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale.]
Saranno queste le 3 parole chiave di questa edizione del Festival della comunicazione non ostile.
Con la partecipazione, il contributo e l’impegno della Gen Z organizzeremo due giornate utili per riflettere su quali saranno le parole (occhio alla sorpresa che vi racconteremo nelle prossime settimane) che faranno da bussola per il nostro futuro.
Due giorni durante i quali riuniremo studenti e studentesse, manager, insegnanti, dirigenti scolastici e tante altre persone e personalità appartenenti a diversi mondi. Un dialogo intergenerazionale, è questo quello che vogliamo portare a Trieste l’8 e il 9 novembre prossimi: un presupposto fondamentale per la costruzione di una società coesa, resiliente e in continua evoluzione, dove le tecnologie e i modelli culturali cambiano rapidamente.
Ovviamente questo non è tutto quello che accadrà. Ci sarà però tempo per raccontartelo nei prossimi numeri de “Il Megafono giallo”. Da oggi troverai sempre una parte dedicata al Festival, ai temi che affronteremo e agli ospiti che avremo con noi. Ci sono molte novità in vista, quindi… ricordati di aprire ogni numero della nostra newsletter. Qual è il programma? Quando posso iscrivermi? Chi sono gli ospiti? Ci sarà lo streaming? A tutte queste domande risponderemo nelle prossime settimane. Nel frattempo inizia a organizzare il tuo viaggio (e soggiorno) a Trieste… perché tutto il resto è come sempre gratuito!
Le parole sono importanti
Fino a qualche ora fa questo paragrafo iniziava così: “La Lega sta preparando una proposta di legge per vietare negli atti pubblici “il genere femminile per neologismi applicati ai titoli istituzionali dello Stato, ai gradi militari, ai titoli professionali, alle onorificenze, ed agli incarichi individuati da atti aventi forza di legge”. Velocemente questa notizia era rimbalzata di giornale in giornale e di profilo in profilo social. Con un colpo di scena però la Lega ha rinnegato la proposta e ha chiesto al senatore primo firmatario, Manfredi Potenti, di ritirarlo perché «fuori linea» rispetto all’orientamento del partito. Che dire, è andata meglio così.
Che post stimolante! È fondamentale riconoscere l’importanza delle parole nel plasmare il futuro e promuovere un dialogo intergenerazionale. La Generazione Z ha tanto da offrire e il Festival della comunicazione non ostile sembra essere un’opportunità perfetta per esplorare e valorizzare i loro contributi
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