
Arriva il Natale (eppure, con il nuovo anno ndr) e nulla è meglio che mettersi davanti al focolare ben satolli con un romanzo in mano — no, neanche Netflix, tanto più che la qualità media delle serie nell’ultimo decennio è crollata —, e meglio ancora è farlo con un romanzo fantastico, per ovvie ragioni d’atmosfera. Proviamo allora a inanellare alcuni consigli per gli acquisti, o per i regali, cominciando dalle case editrici della nostra città.
Non si può non cominciare da Bompiani, e non solo perché da quando è stata acquisita da Giunti è la casa editrice fiorentina col catalogo più glorioso, ma anche perché è la casa editrice di Tolkien, e se la rilettura del Signore degli Anelli è pure un’ottima opzione per le feste (se non lo si è ancora letto, be’, come ebbe a dire Gandalf, «Fuggite, sciocchi!»… fuor di casa, per correre in libreria), il suo catalogo ci dona anche una novità dalla Terra di Mezzo targata 2024, con Il ritorno dell’ombra, a cura del figlio Christopher, tradotto da Edoardo Rialti e Stefano Giorgianni, dove si ricostruiscono le tre fasi di stesura del capolavoro di J.R.R. Tolkien, con dovizia di materiali inediti e le mappe disegnate dall’autore.
Spostandoci sulle nostre case editrici indipendenti, la Black Coffee, specializzata in narrativa americana, ha pescato un valido esordio fantastico con E il sole se ne va di David Connor (traduzione di Sara Reggiani), in cui s’immagina un mondo in cui è scomparso il sole dal cielo (ma non il calore dal mondo — o almeno, non del tutto) e lo si racconta in una visionaria avventura on the road, che si svolge allo stesso tempo nel cervello dell’autore — o del lettore.
C’è poi effequ, ormai di stanza a Roma, ma sempre con anima toscana — e, tra le «indie», tra le più attente al fantastico: si ricorderà almeno la bella trilogia della Dorsale, di Maria Gaia Belli —, tra le cui pubblicazioni più recenti merita qui una menzione Le malaveglie di Filippo Cerri (sottotitolo: Storie di paura popolare), in cui l’autore va a recuperare mostri e personaggi dimenticati del folklore e delle tradizioni orali italiane, infondendo loro nuova vita e rinnovata, orrorifica freschezza.
Se questi suggerimenti non risultassero sufficienti per riempir di pacchetti la zona sotto l’albero di Natale, uno sguardo all’editoria indipendente nazionale e alle sue uscite del 2024 ci offre diverse opzioni interessanti: recentissima è la pubblicazione per Cliquot, casa editrice non nuova a «recuperi» sorprendenti (si pensi solo al «piccolo Lovecraft italiano», Carlo H. De’ Medici), di Lud nella nebbia di Hope Mirrlees (traduzione di Lucrezia Pei), protofantasy del 1926 ancora pieno di fascino, che ebbe peraltro un’influenza decisiva proprio su Tolkien.
Presso un’altra casa editrice capace di recuperi fantastici di significativo valore come Safarà, non si può non segnalare l’uscita in volume unico del Lanark dello scozzese Alasdair Gray, capolavoro tra il fantasy e il weird che ha influenzato almeno un paio di generazioni di autori fantastici d’oltremanica. Gray è tornato alla ribalta mondiale col bel film di Yorgos Lanthimos tratto dal suo romanzo gotico Povere creature!, ma il suo capolavoro resta senz’altro Lanark, in Italia tradotto dal joyciano Enrico Terrinoni — leggere per credere.
Un’altra chicca, in questo caso nuova di zecca (il libro è del 2008 ma esce per la prima volta in Italia adesso) la troviamo presso Nero, casa editrice distintasi in questi anni soprattutto per il lavoro sulla saggistica d’avanguardia: dal fantasy-weird ci si sposta al fantasy-weird-fantascienza, ma un fantasy-weird-fantascienza al tempo stesso imparentato con Fedro ed Esopo. I protagonisti sono infatti animali sapienti, ma in continua metamorfosi, in un mondo in cui gli umani sono scomparsi da tempo: il titolo è L’abolizione delle specie, l’arco degli eventi narrati 1500 anni, e l’autore è il tedesco Dietmar Dath, mentre la traduzione è di Paola Del Zoppo.
Da tre case editrici indipendenti di nascita recente ma già nel loro piccolo storiche a una nuovissima, che si è già distinta per le scelte particolari con cui ha costruito il suo primo catalogo: il nome della casa editrice è Mercurio, e tra le sue strenne si segnala l’eccellente The Book of Love, di Kelly Link, autrice divenuta celebre per i suoi racconti (al punto di incassare un Genius Grant) e che ora supera a pieni voti la prova del romanzo, con un curioso fantasy in salsa mortuaria, tradotto da Claudia Durastanti.
Chi al fantastico non chiede solo buone storie ma anche un elevato livello stilistico e formale, troverà pane per le sue zanne natalizie in Theodoros di Mircea Cartarescu (il Saggiatore, traduzione di Bruno Mazzoni), dove si racconta la storia di un fuggitivo romeno destinato a diventare imperatore d’Etiopia: a prima vista «solo» un’ucronia, ma essendo un romanzo di Cartarescu è bene aspettarsi angeli, demoni, visioni vertiginose, il furto dell’Arca dell’Alleanza, e se non bastasse pure l’apocalisse.
Chiudiamo, restando in Romania, con un follow-up: l’anno scorso, in occasione del «libro della settimana» natalizio, abbiamo consigliato il primo volume dei Racconti fantastici del grande storico delle religioni — ma anche raccontista più che ragguardevole — Mircea Eliade, e quindi come non consigliare anche il secondo, appena uscito? Eccolo là, edito da Castelvecchi, sullo scaffale della vostra libreria di fiducia, nella curatela di Horia Corneliu e Igor Tavilla, perfetto per ricordarvi che il Natale è anche un mistero.
Articolo pubblicato in origine sul Corriere Fiorentino del 23 dicembre 2024