10 Libri da leggere a settembre 2025 per un viaggio intorno al mondo

a cura de Il mestiere di leggere

Settembre segna una nuova partenza: tornano le routine, riaprono le scuole e i calendari si popolano di appuntamenti, come il celebre Festivaletteratura di Mantova. Settembre è anche il momento in cui il mondo dell’editoria si accende, portando in libreria una marea di nuove uscite per ogni gusto.

Per voi, ho preparato un itinerario speciale: dieci romanzi che sono veri e propri biglietti d’andata per mondi lontani. Partiamo per un viaggio letterario che ci porterà ad esplorare il Sud America, il Connecticut e la caotica New York, la scintillante Hollywood, la magica Praga, la romantica Parigi, la vivace Palermo, la storica Alessandria d’Egitto, il verde Vietnam, la nebbiosa Londra, la tranquilla provincia francese e la vibrante capitale indonesiana, Giacarta.

Il meraviglioso viaggio di Octavio, Miguel Bonnefoy

Octavio è un uomo solitario, con gli altri scambia solo le parole dettate dalla necessità, finché nella sua vita non entra Dona Venezuela, attrice di Maracaibo che lo inizia alla scrittura e alla lettura, e con la quale instaura un rapporto di tenera amicizia. Ma questa relazione è destinata a non durare. Assoldato nella banda di ladri gentiluomini capeggiata dal carismatico Rutilio Alberto Guerra, Octavio è coinvolto in un furto proprio a casa della donna che ama. Qualcosa però va storto. Costretto a fuggire, intraprende un viaggio alla scoperta dell’universo venezuelano in un alternarsi di situazioni oniriche e avventurose. La sua peregrinazione alla ricerca di riscatto lo condurrà nei recessi di una natura indomabile, tra le pieghe di un paese misterioso, fino all’epilogo imprevedibile e affascinante. Romanzo picaresco in cui si intrecciano la storia, il mito, l’elemento religioso e quello irrazionale, “Il meraviglioso viaggio di Octavio” celebra la bellezza del Sud America e la straordinaria capacità del linguaggio di possedere il mondo.


Sorgenti, Marie-Hélène Lafon

Un sabato di giugno del 1967, in una bella fattoria del Cantal, una donna attende di poter sparecchiare la tavola. Deve aspettare, perché il marito sta facendo la sua siesta quotidiana sulla panca della cucina e lei sa che s’infurierebbe al minimo rumore. I tre bambini della coppia giocano in giardino, anche loro nel più riguardoso silenzio per non svegliare il padre. Ma lei, la madre, non sarà sorpresa quando l’uomo si sveglierà e le domanderà senza guardarla cosa stia aspettando per sgombrare la tavola. Il silenzio obbligato lascia spazio ai pensieri, ma nemmeno a se stessa è facile spiegare come mai sia rimasta per otto anni accanto a un marito che la picchia quasi tutti i sabati, che la denigra e la insulta fino a farle introiettare l’obbrobriosa immagine di sé che lui le rimanda. Eppure la parola “divorzio” le è insopportabile, così come l’idea di vendere la fattoria… Ma l’indomani, la domenica, sarà un giorno di respiro: andranno tutti dai genitori di lei, come fanno ogni mese. È qui che il suo silenzio verrà finalmente rotto dalle parole di vita e di rivolta che le saliranno per la prima volta alla gola. E il ciclo di sofferenza a cui tutta la famiglia sembra condannata avrà, forse, fine. Sorgenti è l’ultimo romanzo di Marie-Hélène Lafon, finissima narratrice delle relazioni familiari, dei sentimenti, dei paesaggi. In questo suo nuovo piccolo capolavoro, con una prosa condensata, sempre pulsante di vita e di verità umana, l’autrice racconta una storia di resilienza femminile e di speranza. «Una delle regine segrete del nostro tempo, ora tradotta anche da noi». Cristina De Stefano, «Elle» «Impeccabile, ritmato, viscerale. Un pugno di parole che vengono e che vanno, instaurando il battito di un ritmo, e il miracolo si compie: questo libro che non distoglie mai lo sguardo dall’esistente, che non ha altra ambizione se non la nuda realtà, si rivela un’opera d’arte di grandissima raffinatezza». Damien Aubel, «Transfuge».


Anime erranti, Cecile Pin

Dopo la partenza delle ultime truppe americane dal Vietnam, nel 1978, i fratelli Anh, Thanh e Minh intraprendono un pericoloso viaggio verso Hong Kong dove dovranno presto riunirsi con i genitori e i fratelli minori, e con loro iniziare una nuova vita negli Stati Uniti. Ma la sventura colpisce e i tre ragazzi si trovano ad affrontare da soli la loro nuova identità di rifugiati in un mondo sconosciuto. “Anime erranti” è il ritratto di chi è straniero ovunque, di chi ha dovuto imparare a sopravvivere prima ancora di vivere, di chi pretende una voce altrimenti negata dalla Storia. Nel 1978 la guerra è finita, ma il Vietnam non ha ancora trovato pace. Anh e i suoi fratelli sono costretti a scappare, unendosi alla schiera delle centinaia di migliaia di quelli che saranno in seguito definiti “boat people”, e lasciandosi tutto alle spalle: la casa, gli odori della cucina materna, le voci dei più piccoli. Il mare che dovrebbe portarli in salvo si trasforma in una linea di confine tra speranza e tragedia. Quando finalmente arrivano a Hong Kong, sono soli. Dei genitori e dei fratelli minori non resta che un ricordo sbiadito, una foto da custodire come un talismano contro l’oblio, e la voce disincarnata di un bambino perduto nelle profondità delle acque. Da un campo profughi ai margini di una metropoli estranea fino alle strade grigie di Londra, il viaggio dei protagonisti diventa una ricerca incessante di stabilità e appartenenza. La lingua è un muro invalicabile, la solitudine un’ombra costante. Anh si assume il ruolo di madre e padre per i fratelli, lavorando prima in una fabbrica, poi in uno studio contabile, mentre cerca di costruire un futuro che sembra sempre sfuggirle dalle mani. Minh si ribella a un mondo che non sente suo, in cerca di una via d’uscita. Thanh, il più piccolo, cresce con il sogno di toccare le stelle, mentre la memoria della famiglia perduta continua a sussurrare nel loro cuore. Con una scrittura delicata e intensa, Cecile Pin ci accompagna in un racconto di perdita e resistenza, di memorie che affiorano come onde e di legami che nemmeno la distanza può spezzare. “Anime erranti” è il ritratto di chi si è trovato straniero ovunque, di chi ha dovuto imparare a sopravvivere prima ancora di vivere, di chi porta nel cuore un luogo che forse non esiste più. È un romanzo struggente e luminoso, capace di trasformare il dolore in poesia, di dare voce a chi la storia ha cercato di dimenticare.

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