Butō

di Ilaria Grasso

Accarezzo l’aria e il mio palmo di mano
sente tutto l’attrito cosmico del mio essere fisso

non faccio che inchiodarmi tra le zolle
convinta della fissità del cardine

è illusorio pensare di non poter cambiare
mentre nel flusso la materia danza

le giunture fanno male
nella costrizione della postura

il bianco spalmato sulla pelle
si crespa e le crepe m’insegnano
che la fissità è solo una ferita
dalla quale dobbiamo costringerci a
uscire e muoverci ed essere vita

fluttuare è la nostra natura e quella degli astri
nel vuoto universale
un percepito denso che a
volte fa male.

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