Cultura Scienza

Crisi climatica: il paradosso di Fermi (e di Game of Thrones)

Questa è una fra le tante spiegazioni, ma è quella più inquietante: la vita, evolutasi con un chiaro concetto di auto-preservazione dell'individuo, privilegia la competizione alla collaborazione.

di Andrea Zanni

Funziona più o meno così: uno degli scenari del Paradosso di Fermi (quello che si chiede perché non vediamo civiltà extraterrestri) è quello che noi siamo da soli nell’universo perché, tendenzialmente, ogni civiltà aliena prima o poi finisce con consumare tutte le risorse del proprio pianeta. Più o meno.

Questa è una fra le tante spiegazioni, ma è quella più inquietante: la vita, evolutasi con un chiaro concetto di auto-preservazione dell’individuo, privilegia la competizione alla collaborazione.

Un essere desiderante come l’uomo (di fatto una scimmia con molti più desideri e molto più potere di soddisfarli) usa un sacco di energia, per questi desideri. In Cloud Atlas si diceva “a hunger for more”. Questa fame infinita comporta di conseguenza una crescita infinita, almeno in potenza. In atto, ci si scontra con i limiti dell’ambiente, nel nostro caso un “budget carbonico” che stiamo sperperando neanche fossimo gli eredi cocainomani di una dinastia (oh, wait!). Quindi la paura è che siamo intrinsecamente incapaci di metterci lì e dire “bon, basta turismo, basta aerei, basta carne rossa, basta petrolio, basta auto privata ecc. ecc. (non sono in ordine)”. Perché è troppo scomodo, a breve termine: e parlo sia di individui che di governi che di corporazioni, è un discorso sistemico, direi antropologico, se non addirittura biologico.

Si dice spesso che ci mancano i “dispositivi narrativi” per capire il Climate change, che le storie e le narrazioni potrebbero aiutarci: il punto è che, su questo, una narrazione l’abbiamo avuta, una delle più grandi per scala e capillarità: Game of Thrones. Che parlava di tutt’altro, ma al proprio centro aveva un metaforone gigantesco: l’incapacità di potenti e potentucoli di capire la gravità della minaccia che arrivava dal freddo, minaccia oltre il limite per scala e capacità distruttiva. Invece per sette stagioni stanno tutti lì a farsi le proprie guerricciole, mentre i Nonmorti avanzano (meglio non contare l’ottava stagione in tutti i sensi…)

Non voglio citare l’Isola di Pasqua di Diamond perché avevo letto che l’avevano debunkato, ma non ne so abbastanza. È come se noi vedessimo delle curve esponenziali e stessimo lì a guardarle senza capire cosa vogliono dire, o, soprattutto, cosa vorranno dire fra una settimana. Cioè, metti caso, avessimo un’epidemia che raddoppia il contagio una volta al giorno, faremmo ben qualcosa, no?! Ah no?

Repost Facebook del 26 luglio 2021


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