Recensioni

Brama, il nuovo romanzo di Ilaria Palomba

Bianca, come spiega la sinossi dell’opera è una trentenne ricoverata più volte in psichiatria per i suoi tentativi di suicidio. L'incontro con il filosofo Carlo Brama, ambivalente oggetto di desiderio, rende maggiormente precario il suo stare al mondo e apre un viaggio a ritroso nell'infanzia e nell'adolescenza, frugando tra i segreti di una famiglia borghese piena di scheletri nell'armadio.

da redazione

Ilaria Palomba

Può la fragilità diventare un’arma pericolosa e distruttiva? La scrittrice classe 1987 Ilaria Palomba sembra proprio dare una risposta affermativa a questa domanda attraverso il suo ultimo romanzo dal titolo “Brama”, pubblicato dalla casa editrice Giulio Perrone.

Bianca, come recita la sinossi dell’opera è una trentenne fragile, ricoverata più volte in psichiatria per i suoi vani tentativi di suicidio. L’incontro con il filosofo Carlo Brama, ambivalente oggetto di desiderio, rende maggiormente precario il suo stare al mondo e apre un viaggio a ritroso nell’infanzia e nell’adolescenza pugliese, frugando tra i segreti di una famiglia borghese piena di scheletri nell’armadio. L’amore non è una fiaba a lieto fine ma una radiografia della psiche, un legame tanto carnale quanto spirituale che, come in un rito, nel suo compiersi conduce al trascendimento della ragione. Tra Carlo e Bianca c’è un gioco crudele che diventa una condanna, una tessitura di destini, sacra e terribile, cui cercano entrambi di sfuggire.

Oggi riceviamo molti più stimoli e molti più input di un tempo. Siamo quindi degli eterni insoddisfatti. Dice questo, tra le righe, Ilaria Palomba. Il consumismo e con esso i mass media stimolano il nostro desiderio incessantemente. Vorremmo avere tutto o quasi, vivere tutto o quasi. Aumentano però anche le frustrazioni. Spesso è questione di modelli inarrivabili, di un immaginario erotico mai pago. Basta leggere il saggio “Soggettività e denaro. Logica di un inganno” del filosofo Silvano Petrosino per capire meglio, per decifrare il mistero. Petrosino avverte, citando Lacan che il desiderio è spesso un fantasma più che un oggetto/soggetto vero e proprio. Quando il desiderio si concretizza e l’oggetto/soggetto diventa nostro strumento di piacere ecco allora che non riusciamo a goderne pienamente o desideriamo un altro oggetto/soggetto. 

Come ricorda Petrosino noi per amare ed essere amati cerchiamo di fare in modo che la persona desiderata ci desideri, per amare bisogna rispecchiarsi nell’altra persona e questa si deve rispecchiare in noi.  Insomma, l’amore è un incontro di desideri. È soprattutto questo che ci dice la Palomba. È difficile trovare in amore il giusto mezzo. Il sesso non sempre è vissuto da tutti in modo egosintonico. Brama mette in evidenza una densità letterario/filosofica non indifferente e la grande capacità dell’autrice di trascendere la parola, scavando lungo il crinale dell’abisso.


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