La bellezza può avere tante forme, manifestarsi in molti modi. Ada d’Adamo l’ha sempre desiderata, e ciò non è strano se si pensa che fin da piccolissima frequentava la scuola di danza e, in seguito, della danza ha fatto il nucleo delle sue passioni e del suo lavoro, indirizzando l’interesse alla grazia del gesto, alla precisione del dettaglio e all’armonia del corpo. Probabilmente, mai avrebbe pensato di trovare la bellezza in Daria, l’unica figlia possibile, arrivata a stravolgerne inaspettatamente ogni atto, specie il presente.
Come d’aria (Elliot), candidato al LXXVII Premio Strega, racconta la storia personale e struggente della scrittrice di Ortona e di lei, Daria, affetta da una grave malformazione cerebrale, e del loro rapporto simbiotico, caratterizzato da una necessaria vicinanza fisica, da corpi che si toccano, da braccia che sollevano, da mani che accarezzano e accudiscono. Questa esperienza lacerante, descritta con lucidità e rigore, l’ha costretta a porsi numerosi interrogativi che riguardano sia il futuro…
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