5 romanzi da recuperare per capire che mondo ci aspetta nel 2025

da redazione

L’uomo in fuga, Stephen King/Richard Bachman, Sperling & Kupfer, 2013

Ben Richards decide di partecipare alle selezioni per “L’Uomo in fuga”, un sadico e famosissimo show televisivo in cui il protagonista, braccato dai cacciatori della Rete e da chiunque lo riconosca, guadagna cento dollari per ogni ora di sopravvivenza e, se è fortunato ed è ancora vivo allo scadere dei trenta giorni concessigli, un miliardo di dollari. Ben, che vuole quei soldi per curare la figlia malata, supera le selezioni… Stephen King pubblicò questo romanzo, e altri quattro titoli, con lo pseudonimo di Richard Bachman.


Giorni sempre più bui, Benjamin Myers, Bollati Boringhieri, 2023

Con l’arrivo dell’autunno e l’accorciarsi delle giornate, in una piccola cittadina dell’Inghilterra settentrionale, famosa per i suoi scorci pieni d’atmosfera, cominciano a susseguirsi alcune aggressioni violente e inspiegabili. Tra i giornalisti che accorrono sul posto per documentare quanto accade, Roddy Mace, in forze al giornale locale, cerca di raccontare i fatti, ma le sue indagini gli portano solo nuovi dubbi. E quando ulteriori episodi colpiscono la comunità sconvolta da tanta efferatezza, la cittadina diventa il fulcro di un interesse mediatico che preferisce una facile soluzione a una complessa verità. È allora che, inaspettatamente, giunge in soccorso di Mace l’amico James Brindle, che, forte del suo intuito e della sua incomparabile esperienza, aprirà nuovi, insospettati squarci di comprensione. In questo romanzo dove mito e delitti convergono, Myers ci parla di un luogo pieno di fascino, di irrisolte questioni di identità e dell’intreccio delle vite di coloro che decidono di non abbandonare il luogo dove sono nati. Nel presentarci un nuovo caso per la «strana» coppia già protagonista di “Blu come te”, il giornalista Mace e il detective Brindle, Myers si rivela ancora una volta bravissimo nel cogliere lo spirito e l’essenza di un luogo, regalandoci un altro page-turner denso di mistero.


Frankenstein, Mary Shelly, Giunti, 2024

“Sarai felice di sapere che l’inizio dell’impresa, da te avvertita come carica di brutti presagi, non è stato, in realtà, accompagnato da alcuna disavventura. Sono arrivato qui solo ieri, e il primo pensiero è stato quello di rassicurare la mia cara sorella sulla buona salute di cui godo e sulla crescente fiducia che nutro verso il successo del mio progetto…” La sete di conoscenza che si spinge fino al desiderio blasfemo di emulare Dio dando la vita. Il male che incancrenisce il mondo, contro cui nulla possono l’innocenza e la bontà. I paradisi perduti e la responsabilità di ogni uomo per le proprie azioni. Mary Shelley firma un capolavoro che ha in sé la potenza terribile del mito.


Nessun futuro. Scritti 1995-2007, Nick Land, Luiss, 2022

A metà anni ‘90 l’impresa critica di Land inizia a condensarsi in oscuri acronimi, cluster di date, mitologemi esoterici e scivolare in un vero e proprio delirio. Un delirio meticoloso, deliberato. L’avvento del ciberspazio segna per Land un punto di non ritorno: la semiotica capitalista articola la propria natura finzionale rendendo inefficace qualsiasi distinzione ontologica. Non si tratta più di reale e immaginario, ma esclusivamente di virtualità. E così la scrittura si confonde con i processi della modernità capitalista, per fagocitarne la potenza virale. La mitogenesi diventa una macchina da guerra nella lotta contro le strutture repressive della “allucinazione consensuale che chiamiamo realtà”. Perché di questo si tratta. Di stregoneria. Di viaggi nel tempo. Di guerra. E tutto può diventare un’arma. La musica jungle, la schizoanalisi, il teorema dell’incompletezza di Gödel; il cabalismo esoterico della tastiera QWERTY. Tutto in questa maniacale trama di occulture trova una collocazione tanto precisa quanto sconcertante. Perduti fra queste contorte macchinazioni testuali a poco a poco qualcosa inizia a fare presa. Non solo l’innocua fascinazione per un’inventiva stilistica che ha indirizzato il percorso di molta filosofia, ma l’inquietante idea che questa follia possa avere perfettamente senso.


Noi, Yevgeny Zamyatin, Mondadori, 2020

È la fine del terzo millennio, l’umanità vive in uno spazio ipermeccanicizzato e socialmente ipercontrollato, chiuso dalla Muraglia Verde. Gli individui non hanno più un nome, sono alfanumeri. Come D-503, ingegnere al lavoro sul progetto dell’Integrale, la nave spaziale destinata a esportare su altri pianeti il perfetto ordinamento politico dello Stato Unico, dove ogni attività è disciplinata, standardizzata e, soprattutto, visibile a chiunque: tutti gli edifici sono di vetro. È proprio D-503 a raccontare la vicenda della ribelle I-330 e del suo piano per dare inizio a una nuova rivoluzione. Scritto tra il 1919 e il 1921, prontamente censurato (uscito in inglese nel 1924, nel 1952 in russo ma a New York, e solo nel 1988 in URSS), “Noi” è il capostipite di tutte le distopie del Novecento, antesignano di “1984” di Orwell e del “Mondo nuovo” di Huxley.

2 pensieri su “5 romanzi da recuperare per capire che mondo ci aspetta nel 2025

Lascia un commento