“Non c’è letteratura alta o bassa. C’è chi sa raccontare. E Tolkien lo sapeva”: intervista a Wu Ming 4

di Giulia Bocchio

Profondo studioso e conoscitore dell’opera di J.R.R. TolkienWu Ming 4 ne è diventato anche il traduttore: lo scorso anno ha infatti ri-tradotto Lo Hobbit. Un’impresa – e una responsabilità – che mette sempre di fronte al profondo potere evocativo della lingua.

Ed è intorno al grande tema della Terra di Mezzo che Wu Ming 4 ha aperto la nuova edizione di Attraverso Festival una buona occasione per parlare di un immaginario ormai senza tempo, sospeso nello spazio ma anche difficilmente separabile dall’estetica che un certo cinema gli ha dato. Sarà un bene o sarà un male?

Nel cuore più tragico e cupo del Novecento, in un quel preciso momento storico in cui tutto è ombra e l’umanità è colpita da uno dei più tremendi assalti alla libertà e alla dignità del vivere, compare un uomo, uno scrittore che crea un immaginario parallelo, mai pensato e dunque immaginato prima. Gli dà un tempo e uno spazio sospesi, una dimensione alternativa in cui linguaggio, metafore e creature nuove si muovono verso orizzonti di senso e d’azione in grado di cambiare per sempre una certa letteratura. Quello scrittore era John Ronald Reuel Tolkien.

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