
Profondo studioso e conoscitore dell’opera di J.R.R. Tolkien, Wu Ming 4 ne è diventato anche il traduttore: lo scorso anno ha infatti ri-tradotto Lo Hobbit. Un’impresa – e una responsabilità – che mette sempre di fronte al profondo potere evocativo della lingua.
Ed è intorno al grande tema della Terra di Mezzo che Wu Ming 4 ha aperto la nuova edizione di Attraverso Festival : una buona occasione per parlare di un immaginario ormai senza tempo, sospeso nello spazio ma anche difficilmente separabile dall’estetica che un certo cinema gli ha dato. Sarà un bene o sarà un male?
Nel cuore più tragico e cupo del Novecento, in un quel preciso momento storico in cui tutto è ombra e l’umanità è colpita da uno dei più tremendi assalti alla libertà e alla dignità del vivere, compare un uomo, uno scrittore che crea un immaginario parallelo, mai pensato e dunque immaginato prima. Gli dà un tempo e uno spazio sospesi, una dimensione alternativa in cui linguaggio, metafore e creature nuove si muovono verso orizzonti di senso e d’azione in grado di cambiare per sempre una certa letteratura. Quello scrittore era John Ronald Reuel Tolkien.
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