Dio lo vuole (e altre eresie per sostenere il patriarcato)

Parafrasando, lo sanno anche le mattonelle che pure la destra italiana sta sondando il terreno, al momento, sta cercando di capire quale sia la dichiarazione più ”redditizia” da rilasciare, non sta decidendo in base a quel che pensa o che crede sia giusto, ma in base a ciò che le porterà più vantaggio elettorale. Continua a leggere Dio lo vuole (e altre eresie per sostenere il patriarcato)

La fattoria dei pistoleri

di Terry Passanisi

galline-in-fuga

“Pronto, Welton Academy. Sì, è qui, attenda un attimo. Signor Nolan, è per lei. È Lui. Chiede di ammettere le armi a Welton.”

Parafrasando il bellissimo scherzo telefonico di Nuwanda ne “L’attimo fuggente” di più nobile specie, capiamoci subito: in questo caso Lui no, non è Dio, ma è quel capobanda americano che tale divinità presume di essere (e soltanto lui presume). A rifletterci bene, sì, giusto, ottima pensata! Armerei i professori, nel caso un alunno dia di matto. Però, un attimo: poi armerei i genitori, non sia mai che a un colloquio non siano i professori a dare di matto; quindi armerei i suoceri, metti che a quella cena del Ringraziamento il tacchino non sia ben cotto e i genitori si lascino andare a una velata protesta e volessero provare il bazooka nuovo di consegna Prime. E difatti, pure il tacchino, povero, si meriterebbe il suo bel fucile d’assalto militare; e gli allevatori, metti che i tacchini fossero socialisti e organizzassero una bella rivolta nella spietata batteria? A quel punto, armerei ogni singolo dipendente di McDonald, KFC e Burger King. Non avete idea di quanto sia funesta l’ira di uno scorned turkey, soprattutto una volta venuto a conoscenza che nell’happy meal è possibile trovare in regalo una calibro 9 con inciso sul calcio il II emendamento USA. Armerei pure gli addetti alle patatine, non si sa mai; a quel punto sorgerebbe il problema del diritto alla difesa per i manager dei fast food, che dovrebbero proteggersi da dipendenti troppo zelanti, sottoposti a soli sei turni di fila da dodici ore, a 3 dollari l’una e la malattia e le ferie non pagati (mica si dà lavoro ai fannulloni e ai comunisti!). E metti che i manager puzzolenti d’olio fritto, esausto diano di matto, la domenica, in chiesa, tra un Alleluja e un Graziesigno’. E che una delle loro sorelline minori (chissà…) avesse raccontato sbadatamente al fratellone che, il venerdì precedente, durante l’ora di catechismo… no, ma dai, solo ipotesi, figuriamoci se un uomo di chiesa, così gentile e cortese come padre Malcolm… Macché! Non sarebbe for continua a leggere…

Nel Deep Web

di Luca Pappalardo Una compagnia mercenaria, un’identità fittizia e pagamenti in Bitcoin: un’avventura nell’internet selvaggio. Dumitru Iliescu ha trentadue anni e viene dalla Romania. Scrive da un indirizzo registrato con TorMail, un provider del Deep Web chiuso nel 2013 a seguito di un raid dell’FBI. Poche righe di testo articolate in un italiano essenziale ma comprensibile. Uso degli articoli inesistente, niente congiuntivi, ma nemmeno un … Continua a leggere Nel Deep Web