Non chiamatemi Anna dai capelli rossi
da Redazione Downtobaker

Abbiamo avuto il piacere di parlare con Enrico De Luca, traduttore e curatore della nuova edizione annotata di Anne of Green Gables (dal titolo Anne di Tetti Verdi), di Lucy Maud Montgomery, giunto in Italia piuttosto tardi sulla scia del successo dell’anime Akage no An (Anna dai capelli rossi, 1979). Anche il nuovo adattamento TV a opera di Netflix, seppure riuscito, sembra non avere colto appieno l’essenza del suo titolo originale.
di Enrico De Luca (via – Leganerd)
Dopo lunga frequentazione con il personaggio creato da Lucy Maud Montgomery, non escludo che Anne Shirley potrebbe rivolgerci le medesime parole utilizzate nel titolo di questo articolo in cui vi parlerò della ricezione in Italia di un bestseller mondiale, Anna dai capelli rossi (Anne of Green Gables), che quest’anno festeggia il suo 110° anniversario.

L᾽immediato quanto inaspettato successo del romanzo, pubblicato ufficialmente nel giugno del 1908 da L. C. Page & Company, fu seguito da una serie di traduzioni in decine e decine di lingue: dallo svedese (1909) all᾽olandese (1910), dal francese (1925) allo spagnolo (1962), ecc.
In Giappone venne tradotto per la prima volta nel 1952 e da allora il personaggio di Anne fu apprezzato e quasi venerato da una cultura apparentemente distante da quella dell’autrice, ed è per tramite dello stesso Giappone che, a partire dagli anni ’80 del secolo scorso, iniziò a nascere nel nostro paese un qualche interesse nei confronti del romanzo.
In Italia, dunque, il romanzo arrivò assai tardi, sulla scia del successo del capolavoro del regista e sceneggiatore Isao Takahata, cioè Akage no An (1979), un anime in 50 episodi della Nippon Animation che apparve sulla tv italiana con il titolo di Anna dai capelli rossi nell’ottobr continua a leggere…
