di Terry Passanisi
Il signor Desmon Doss, dagli Stati Uniti, è sicuramente un nome che dirà molto poco a tanti, tanto più dalle nostre parti.
Doss nacque a Lynchburg, in Virginia, figlio di William Thomas Doss, un falegname, e Bertha E. (Oliver) Doss. Desmond si arruolò nell’esercito americano nel mese di aprile del 1942, ma si rifiutò categoricamente di uccidere o di portare un’arma in combattimento a causa delle sue convinzioni religiose come Avventista del Settimo Giorno. Pur di onorare il suo dovere di soldato americano, di conseguenza, diventò medico, e mentre prestava servizio nel teatro del Pacifico, salvò la vita dei suoi compagni, perseguendo allo stesso tempo le sue convinzioni. Doss fu ferito tre volte durante la guerra, e poco prima di lasciare l’esercito gli fu diagnosticata la tubercolosi contratta da un ferito, molto probabilmente, durante l’esercizio della sua professione. Gli costò l’asportazione di un polmone. Congedato dall’esercito nel 1946, trascorse ben cinque anni sottoposto a cure mediche per le ferite e la malattia.
È stato in assoluto il primo obiettore di coscienza ad essere insignito della Medal of Honor, la più alta onorificenza militare statunitense, senza mai sparare un colpo, pur riuscendo a salvare più di settanta commilitoni nel corso della sanguinosa battaglia di Okinawa. Desmond Doss è morto nel 2006 nella sua casa di Piemonte, Alabama, dopo essere stato ricoverato in ospedale per problemi respiratori. È stato sepolto a Chattanooga, il cimitero nazionale di Tennessee.
È previsto prossimamente un biopic – come fa bello dire oggi – per la regia di Mel Gibson, con Andrew Garfield nei panni del protagonista. Non che io sia un grande fan del regista, anzi, per cui mi aspetto che il film sia un polpettone melenso imbottito di steroidi; resta certamente interessante la riscoperta di un personaggio così poco noto per aver segnato un passo fondamentale per la coscienza sia civile che militare.
Per approfondire: http://en.wikipedia.org/wiki/Desmond_Doss