di Gloria Origgi
Assistevo ieri impietrita e affascinata alla prima conferenza stampa di Donald Trump dopo la sua elezione. Lo spettacolo, tra il patetico e l’improvvisato, con una scenografia da teatro d’avanguardia in cui appaiono in primo piano plichi anonimi, tutti uguali, buttati qua e là a segnalare il lavoro del gabinetto presidenziale degli ultimi mesi, chiama a rapporto tutte le scienze ermeneutiche e le arti dell’interpretazione per capire che tipo di fenomeno abbiamo davanti. Incoraggio dunque sociologi, politologi, esperti di media, filosofi, psicanalisti, studiosi di retorica, spin doctor e altri intellettuali di vario genere a concentrarsi sulla questione.
Purtroppo non aiuta la recente scomparsa di Umberto Eco, il quale avrebbe probabilmente stilato un ritratto puntuale […]
via Donald Trump, fenomenologia di un americano medio rincretinito – Il Fatto Quotidiano