di Nunzio La Fauci
“Il signor Vladimir, aggiustandosi la cravatta, osservò Verloc nello specchio sopra il camino.
– Ho l’impressione lei conosca abbastanza bene il gergo socialrivoluzionario, – disse in tono sprezzante. – «Vox et»… Ma, il latino, l’ha mai studiato?
– No, – ringhiò Verloc. – Pretendeva lo sapessi? Io appartengo alla massa. E chi sa il latino? Solo poche centinaia di imbecilli, incapaci di provvedere a se stessi”.
È The Secret Agent di Joseph Conrad ed ecco balenarvi d’un tratto (e con forte connotazione sociale: erano appunto gli inizi del Novecento) il tema della lingua di Cicerone, in una coppia di ruvide battute. La chiusa suona tutt’altro che consolatoria per la maggioranza di coloro che, in questi mesi, si sono impegnati nel dibattito sul valore delle lingue classiche.
Come si sa, latino e greco antico sono infatti venuti inopinatamente di moda. Tutti a parlarne, molti a scriverne sui giornali, in rete o, addirittura, a dirne in televisione. In libreria, correlativamente, alcuni libri. Geniale il greco antico, bello il latino, inutili ambedue ma ovviamente solo per antifrasi e via invece con le apologie.
Forse non in tutti i loro dettagli, tali apologie sono condivise da chi scrive, che tra studio e lavoro ha trascorso più di mezzo secolo in compagnia del latino e quasi altrettanto in compagnia del greco antico. Compagnie non sempre amab[…]
Un bel pezzo di vita anche per me trascorso tra letture di testi classici e manuali di grammatica. La considero una grande ricchezza!
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Ahimè, invece, la mancanza di una formazione classica è uno dei miei più grandi pentimenti. Posso solo perdonarmelo cercando di colmare la lacuna.
Terry
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