di Riccardo Bocca
La tv generalista, timorosa del presente, si rifugia nella memoria. Spremendola, però, invece di coglierne il senso storico.
Non ha senso chiamarla prudenza, perché prudenza non è. E neppure timore, si può definire, questa smania implicita nella televisione generalista di rifiutarsi di guardare al futuro. È proprio, scusate per l’irruenza, vigliaccheria. Strisciante, insolente, priva di qualsivoglia giustificazione logica o culturale, figlia di cinismi atavici e perennemente fonte di programmi evitabili. Una cupissima predisposizione, insomma, ad afferrare a mani nude il passato e strizzarlo finché ha ancora qualcosa da comunicare al prossimo. Il tripudio della miopia, dello spreco, del rigetto sistematico della realtà.Nulla può esistere ed essere comunicato, pare il messaggio in auge nella tv dei grandi numeri, se non congiunto ai sapori di ieri. Che non è, attenzione, lo slancio saggio e gradevole dell’archeologia storica, mirata a sottolineare e interpretare volti e azioni migliori di un’epoca a scelta lontana, ma la pigrizia invece di sedersi a un tavolo, squadernare i temi dell’oggi e poi esploderli in video con la determinazione di mostrarne il senso e i controsensi. Merce scivolosa, per chi dietro alle telecam[…]