di Andrea Girolami
La politica e i social network vogliono risolvere il problema dell’odio in rete eliminando l’anonimato. Ma davvero la nostra identità digitale è identica a quella reale?
Internet Warriors è una delle cose più belle viste online negli ultimi mesi. Il documentario prodotto dal Guardian è un approfondimento semplice ma inedito sul “vero volto” di quelli che online, spesso erroneamente, vengono definiti troll. Anche se leggiamo ogni giorno una quantità infinita di commenti urlati, volgari, rabbiosi o xenofobi ci resta comunque difficile immaginare la vita, gli spazi e la socialità di quanti continuano a riversare la loro rabbia dentro un status Facebook. Il lavoro del documentarista norvegese Kyrre Liean colma questo vuoto d’immaginazione provando a riallineare la nostra prospettiva digitale con quella reale e rivelando come molti dei più xenofobi tra i protagonisti siano sposati proprio con immigrati. “Credo che per odiare qualcosa devi prima averlo amato” dice ad un certo punto uno dei protagonisti del documentario racchiudendo in una frase gran parte delle possibili riflessioni sul tema. “Molte di queste persone si sentono sole” dice Liean a proposito del suo lavoro “si sentono dimenticate dalla società, molte di loro sono state vittima di bullismo in passato. In tanti pensano che internet li renda automaticamente inidentificabé[…]