di Giovanni De Mauro
Esasperato per il ritardo nei pagamenti dei diritti d’autore dei suoi libri, nella primavera del 1955 Ernest Hemingway decise di convertire parte del credito che aveva con l’Einaudi in azioni della casa editrice. La storia poco nota dei complicati e pittoreschi rapporti dello scrittore statunitense con i suoi editori italiani (l’altro è Mondadori) l’ha raccontata di recente Andrea di Robilant sulla Paris Review.
Sessant’anni dopo, il mondo dei libri in Italia se la passa decisamente meglio. Smentite le catastrofiche previsioni di una scomparsa imminente dei libri e delle librerie, gli ultimi dati dell’Associazione italiana editori segnano per il secondo anno consecutivo una crescita del mercato: più 2,3 per cento rispetto al 2015. Scendono un po’ lettori e lettrici, che sono comunque 23,3 milioni. Rimangono stabili i cosiddetti lettori forti, cioè quelli che leggono almeno un libro al mese (sono 3,2 milioni). Bambine e ragazzi leggono sempre molto: nella fascia d’età tra i 6 e i 17 anni, il 47,3 per cento legge almeno un libro all’anno, mentre nel resto della popolazione la percentuale è del 39,5.
Cresce la quota di lettori che hanno più di 60 anni. Le vendite di ebook aumentano, ma nel complesso la lettura di libri elettronici non supera il 10 per cento. Le librerie, sia quelle indipendenti sia le catene, restano il canale preferito dalla maggioranza dei lettori (il 72,8 per cento deg[…]