Cultura Società

Il mondo di Greta

di Stefano Bartezzaghi.

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Nell’agosto scorso la sedicenne Greta Thunberg ha cominciato a presidiare il Parlamento svedese — prima ogni giorno, poi tutti i venerdì — con un cartello che annunciava uno “sciopero scolastico per il clima”. Neppure lei avrebbe potuto immaginare che, appena sette mesi dopo, al suo appello avrebbero risposto tanti studenti e tante altre persone, in tutto il mondo, come è successo ieri. Anche a Milano, Roma e in moltissime altre città italiane, le manifestazioni hanno colorato piazze allegre, probabilmente entusiaste anche di essere così lontane dalla politica organizzata e dai suoi discorsi opachi.

Nulla è oggettivamente più allarmante dello stato di salute del pianeta, ma il messaggio “salviamo la Terra” — sia per esorcismo o denegazione freudiana, sia per pura e semplice irresponsabilità — è considerato banale, agitato da specialisti in cerca di popolarità personale, incapace di procurare qualcosa più di qualche voto, qualche articolo di giornale, qualche copia di libro venduta, qualche documentario enfatico. Invece è “politicamente scorretto”, e quindi divertente, negare il riscaldamento globale, lo scioglimento dei ghiacci eterni, i cambiamenti climatici. Fa più caldo, c’è più spesso il sole, cosa avete da protestare?

È certo strano che una singola teenager abbia mobilitato, si può dire, il mondo attorno a un problema così vasto, e tanto risaputo quanto negletto. In realtà si tratta di un fenomeno tipico della comunicazione contemporanea e possiamo definirlo come la prevalenza del messaggero sul messaggio. Ancor prima delle parole della studentessa, il suo volto determinato e il suo “essere là” hanno catalizzato l’attenzione. Nel tempo ha incuriosito, stupito, convinto e infine diviso. Oggi c’è chi l’ha candidata al Nobel per la Pace e chi la trova funzionale a una retorica ipocrita, arrivando anche a insultarla. Greta Thunberg ha insomma fatto centro.

Lo scorso autunno Pippo Civati ha riferito la domanda che gli era stata rivolta da un giovane durante un evento culturale. Se la destra riesce a ottenere grande seguito fomentando paure infondate, per esempio su incrementi inesistenti di criminalità e su percentuali irreali di immigraz[…]

via IL MONDO DI GRETA – la Repubblica.it

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