Letteratura Società

La biblioteca del carcere (di massima sicurezza) di Asti

di Vanessa Roghi

carcere_biblio-asti

Ho passato la giornata al carcere di massima sicurezza di Asti.
41 bis, ergastoli. Non so chi ho davanti, non so chi ho accanto a me. Neanche mi interessa. Sono uomini che passeranno gran parte delle loro vite in carcere, magari per reati che io stessa considererei senza appello, eppure il carcere mi sembra comunque la peggiore soluzione per loro, per me che li incontro. Vado a parlare del mio lavoro di storica. Lo faccio a partire da “Piccola città” che è la storia di una figlia e di un padre, negli anni Settanta e Ottanta del 900. È la storia di un’assenza, di una distanza, della necessità di capire, della difficoltà di non voler giudicare né esprimere un giudizio.
Il mestiere del giudice e quello dello storico hanno elementi in comune, il concetto di prova riguarda entrambi, così come quello di fonte, non dovrebbe riguardare lo storico il giudizio, ma lo riguarda l’indizio.
Di queste cose abbiamo parlato in carcere così come degli elementi che servono per raccontare la storia, la propria e quella degli altri.
Ne abbiamo individuati quattro:
– il punto di partenza;
– il percorso;
– gli altri;
– la scelta.

Uno solo non basta. Ma molti uno solo ne usano. La storia non serve ad altro che a indicare un metodo, per il resto, per la consolatoria idea che serva a non ripetere gli errori ho guardato tutti negli occhi e ho domandato: ma guardate dove siamo? Se fosse come dite voi dopo l’omicidio di Abele sarebbe andato tutto liscio…

I bibliotecari del carcere mi hanno detto: qua quando arriva uno con 10 anni pensiamo “e che sarà mai”. Hanno tanti libri, ma tutti vecchi. Molti non possono portarli in cella perché in carcere non sono consentite le copertine dure.
Hanno tanti libri ma “se hai l’ergastolo o 30 anni tanti libri sono ancora pochi.”
Chiedo ai miei amici editori (o chiunque altro volesse rispondere all’appello ndr): donereste dei libri (con copertina non rigida!) alla biblioteca del carcere? 
Di portarli in carcere se ne occuperà l’insegnante di riferimento del progetto “Scuola in carcere”, quindi i libri spediteli a:

C.A. Raffaella Cordara
Biblioteca CPIA Asti
Piazza Leonardo Da Vinci, 22
14100 Asti

Grazia a tutti!

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