di Anna Manzari

Nel teatro degli scatti di Lara Perentin, lo sguardo non trova barriere, come se un inavvertibile nastro flessuoso legasse ogni fotografia esaltando la ricerca di perfezione delle figure. C’è un’evoluzione, uno scorrere del tempo, che mette in luce il doppio percorso artistico dei ballerini e di Lara, una danza nella danza che non smette di stupire, testimone dell’impegno, della fatica, del saper come spostare il proprio limite.
L’approccio dell’artista è silenzioso, quasi una presenza invisibile che le permette di catturare immagini pulite da impostazioni, dove viene dato spazio alla giusta libertà di essere. È in questo modo che Lara riesce a far sue le emozioni più intime intrecciate nel raso, nella concentrazione della figura, nel batticuore dell’attesa del debutto; il suo proscenio diventa palcoscenico dove il crescendo dell’attesa crea illusioni e sfumature di immagini vulnerabili davanti alla loro bellezza. In una luce perfetta e calma, Lara accoglie questi infiniti contrasti e ce li restituisce arricchiti della sua inconfondibile dedica, ricolmi di una poesia che ci fa capire quanto per lei sia naturale rubare la vera emozione.

Nei suoi scatti Lara ha declinato il bianco in mille sfaccettature, trasformando corolle di luce in figure intrappolate nel denso del nero che le rende lucciole surreali. Nel colore, al contrario, lei fa respirare il palcoscenico, lo rende protagonista assoluto, trait d’union tra danza e fotografia, fondendo tecnica e passione, disciplina e trasgressione.
La mostra resterà esposta alla Mug Bakery di Trieste fino al 19 maggio 2019.