di Stefano Bartezzaghi.
Quando la professoressa palermitana Rosellina Dell’Aria tornerà in aula, si spera per il rientro del provvedimento di sospensione e non per la scadenza dei suoi termini, avrà pronta una nuova lezione.
L’argomento è la comunicazione contemporanea, “social” e non solo “social”. La teen age non è nota per i giudizi equilibrati, tantomeno è tarata sui bilancini del politicamente corretto — quello che è oggi realmente in vigore, cioè quello per cui mettere in dubbio le camere a gas nazista è diritto di opinione. Negli elaborati e nelle discussioni in classe si riversano enormità di ogni sorta e il primo compito della docente è rivolto al funzionamento dell’argomentazione: la correttezza logica e grammaticale, prima di quella detta “politica”. Poi può spiegare come alcune tesi siano state confutate dalla storiografia, che per essere “ufficiale” non è detto sia compromissoria e indulgente verso i vincitori. La verità ufficiale a volte è proprio vera. E si può — appunto — verificare. La scuola è dunque un laboratorio in cui ogni giovane mente può sperimentare libere concatenazioni di pensieri e selezionarle, correggerle, affinarle a contatto con quelle altrui, cioè elaborate dalle menti compagne, e con le opinioni socialmente correnti, portate in aula dalla docente. Come è allora possibile che una docente venga punita, e severamente, per opinioni espresse dai suoi studenti?
Il paragone fra leggi razziali del ’38 e provvedimenti contemporanei sull’immigrazione è contenuto in una “slide” elaborata dagli studenti (la traduzione letterale del termine inglese peraltro sarebbe “scivolata”). Cellula della “presentazione”, la slide è la protagonista di tutte le spiegazioni che il mondo d’oggi dà a sé stesso. Ogni slide vorrebbe essere un emblema da rinascimentale Teatro della Memoria, una sintesi di immagine e figura che serve all’oratore come richiamo di ciò che deve dire e servirà all’uditorio per ricordarlo. La sua virtù espressiva è la semplicità dell’evidenza.
Nel passaggio della slide dai confini dell’ambito scolastico all’orizzonte aperto dell’ambito “social”, e quindi alla tv, alle pagine dei giornali, l’effetto è stato quello delle vignette più ciniche, traslocate dai giornali satirici alle magliette dei ministri in tv. La satira non ha limiti: ha posti in cui può essere intesa come satira. Le slide di un componimento scolastico non sono insegnamenti impartiti o da impartire: sono manifestazioni esteriori di pensieri legit[…]