Letteratura

Questioni di titoli nelle traduzioni italiane dei romanzi di Lucy Maud Montgomery

Ancora oggi non è raro, nel passaggio da una lingua a un᾽altra, imbattersi in titoli di opere (letterarie, cinematografiche o d᾽altro genere) del tutto trasformati, talvolta quasi snaturati del loro significato originale. E ciò grazie allo zelo di quegli sconsiderati traduttori che intervengono a cuor leggero nelle scelte dell’autore.

di Terry Passanisi.

anneofgreengables-montgomery

È finalmente possibile leggere in Italia l’edizione integrale della serie “Anne” di Lucy Maud Montgomery, curata e tradotta con tutti i crismi da Enrico De Luca (credo, per quanto ne sappia io, l’unico in Italia capace di sobbarcarsi questo onere e questo onore) con l’aiuto, per questo primo volume, di Oscar Ledonne. Anche il secondo romanzo della serie dimostra la grande passione e bravura di De Luca e l’ottima prosa italiana del traduttore coinvolto, che non snatura il linguaggio d’epoca dell’originale. Non ci resta che augurarci che esca presto il terzo volume, e poi tutti gli altri inediti. Il curatore, come detto esperto e metodico conoscitore nei minimi particolari della grande scrittrice canadese, si è prefisso di tradurre tutta la saga composta da 11 volumi (cosa che sognavo fin da bambino dopo essermi innamorato dell’anime giapponese – e di Anne – “Akage no Anne”).

di Enrico De Luca.

Ancora oggi non è raro, nel passaggio da una lingua a un᾽altra, imbattersi in titoli di opere (letterarie, cinematografiche o d᾽altro genere) del tutto trasformati, talvolta quasi snaturati del loro significato originale. E ciò grazie allo zelo di quegli sconsiderati traduttori che intervengono a cuor leggero nelle scelte dell’autore – nelle piccole come in quelle grandi –, usando spesso un᾽eccessiva libertà che causa considerevoli danni all’opera originale (allo stile e all’immagine dell’autore), contribuendo a una sua ricezione distorta. In questa mia brevissima nota, vorrei focalizzare la vostra attenzione su un caso che conosco più da vicino, sperando che la mia esperienza possa far scaturire qualche riflessione nei traduttori e nei lettori.

Pur dovendo glissare sul problema legato all’arbitraria traduzione italiana del titolo del suo romanzo più celebre (Anne of Green Gables),[1] mi risulta che Lucy Maud Montgomery nel nostro paese sia una di quelle autrici così maltrattata e adattata, tanto da essere ritenuta quasi esclusivamente una scrittrice per ragazzine; tuttavia basterebbe poco per accorgersi che i suoi romanzi originali presentano peculiarità e stile assai lontani da quelli con i quali è stata forzatamente “vestita” in Italia.

Gli appassionati dell’autrice canadese saranno di certo a conoscenza del fatto che in gran parte dei suoi romanzi Montgomery sia solita utilizzare, anche in alcuni titoli dei capitoli, citazioni e allusioni poetiche e letterarie, e lo fa nei romanzi della saga dedicata ad Anne Shirley, ma parimenti anche in Kilmeny of the Orchad, The Story Girl, Emily of New Moon, Magic for Marigold ecc.

Ebbene, nelle versioni italiane quasi sempre queste citazioni sono del tutto omesse, lasciando il posto a titoli di una banalità imbarazzante.

Condividerò con voi solo cinque esempi (non sono gli unici)[2] che riguardano Anne di Tetti Verdi (1908)[3] e Anne di Avonlea (1909), ma confido possano essere sufficienti per farsi un᾽idea della situazione.

Anne-tetti-verdi

In Anne di Tetti Verdi ci imbattiamo nei seguenti casi:

– Cap. xxvii Vanity and Vexation of Spirit (Ecclesiaste 1,14); Lettere Animate (trad. De Luca) Vanità e vessazione danimo; Mursia (trad. M.G. Odorizzi) Anne si tinge i capelli; Fabbri-Rizzoli (trad. Guarnieri) La fiera delle vanità; Mondadori (trad. L. Maffi) Vanità e disavventure; Gallucci (trad. A. Ricci) Troppa vanità.

– Cap. xxxi Where the Brook and River Meet (verso di Maidenhood di H. W. Longfellow); Lettere Animate (trad. De Luca) Dove il ruscello e il fiume si incontrano; Fabbri-Rizzoli (trad. Guarnieri) Crescere è faticoso; Gallucci (trad. A. Ricci) Quando il torrente incontra il fiume.

– Cap. xxxvii The Reaper Whose Name is Death (verso di The Reaper and the Flowers di H. W. Longfellow); Lettere Animate (trad. De Luca) Il Mietitore il cui nome è Morte; Mursia (trad. M.G. Odorizzi) La morte di Matthew; Fabbri-Rizzoli (trad. Guarnieri) La falce della morte; Gallucci (trad. A. Ricci) Laddio.

Anne-Avonlea

In Anne di Avonlea troviamo:

– Cap. ii Selling in haste and repenting at leisure (adattamento del proverbio che si può leggere in III, 2 della Bisbetica domata di Shakespeare); Lettere Animate (trad. De Luca) Vendere in fretta e pentirsi con comodo; Mursia (trad. M.L. Righi) Una vendita frettolosa; Gallucci (trad. A. Ricci) Vendita affrettata.

– Cap. vi All sorts and conditions of men… and women  (dal titolo dell᾽omonimo romanzo di W. Besant); Lettere Animate (trad. De Luca) Ogni sorta e condizione di uomini… e di donne; Gallucci (trad. A. Ricci) Uomini e donne.

 

[1] Questione della quale mi sono occupato in un᾽altra breve nota (Non chiamatemi Anna) uscita lo scorso anno sul portale di Lega Nerd.

[2] Inoltre il problema non è limitato ai titoli nei quali compaiono citazioni e/o allusioni.

[3] Per le motivazioni sulla scelta di questo titolo cfr. l᾽Introduzione a L. M. Montgomery, Anne di Tetti Verdi, a cura di E. De Luca, Tricase, Lettere Animate, 2018.

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