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Da un giorno all’altro l’unico palcoscenico possibile è diventato la nostra casa e la vita sociale si svolge in rete. Siamo connessi tutto il giorno, chattiamo e parliamo al telefono più di prima, lavoriamo dal computer e dallo smartphone, ci informiamo e ci svaghiamo sul web: la rete ci ha salvato la vita, almeno quella sociale.
L’epidemia, lo stop di tutte le attività e l’isolamento forzato hanno stravolto tutti.
Io tengo lezioni on line ogni giorno e ho spostato in streaming le serate di reading del ciclo La testa per intrigo. La web cam del computer mi permette di raggiungere allievi, colleghi, amici, pubblico, e tutto ciò è positivo.
C’è anche un lato oscuro, però, che mi inquieta un po’. La mia scrivania, la postazione dove lavoro a casa, il computer stanno nella mia camera. Una camera piena di libri, appunti, ricerche, fogli ma anche di vestiti, effetti personali e…
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