C’è un libro che è rimasto sul mio comodino, stella polare, tavola a cui aggrapparsi per non annegare nel mare di un inquieto silenzio, durante la quarantena: L’inferno di Dante Alighieri (Oscar Mondadori, 2011). Il Dantedì mi ha spinta a rileggere per la terza volta questo classico, a scandire le ore che mancavano e che mancano al giorno in cui usciremo (con cautela) a riveder le stelle con i versi del Sommo Poeta.
Ovviamente non posso recensire questo testo: non ho ancora perso del tutto la brocca e non ho alcuna intenzione di fare la fine di Icaro. Persino la mia Musa, che effettivamente è un po’ folle, ha minacciato di fare armi e bagagli, non appena le ho proposto di mettere in cantiere un pezzo dedicato alla Divina Commedia.
Che fare? Non mi andava di cestinare a priori questo articolo: vuoi perché sentivo il bisogno di…