I giorni di forzata reclusione in casa a causa dell’epidemia potrebbero aver dato il via a nuove forme di creatività. Giochi complessi, esplorazioni intellettuali e ludiche, tentativi di cambiare il mondo cominciando da un angolino della propria camera.
Chissà se i ragazzi hanno saputo sfruttare questa opportunità. Chissà se tutta la tecnologia in cui sono immersi permette trastulli alternativi e più personali.
Io da ragazzino avevo inventato tutta una serie di passatempi strutturati e divertenti che mi impegnavano seriamente per ore e ore. A undici anni scrivevo e realizzavo un giornalino casalingo di cui ero direttore, giornalista, redattore, disegnatore e grafico. Si chiamava CIN CIN e costava 400 lire. Veniva dato a noleggio per la lettura a quella cifra perché ne producevo solo una copia alla volta, cartacea. Poco dopo mi sono buttato nell’avventura di una trasmissione radiofonico-televisiva dal titolo complicato: UNA STORIA OGNI TRE SECOLI. C’era l’intrattenimento, venivano letti…