
Un piede nudo di Paulette fa provocatoriamente capolino fuori dalla vignetta in una scena calda: stuzzica il lettore, lo chiama in causa come si farebbe scherzando con un compagno di giochi. Ma anche le scene che alludono a momenti esplicitamente sessuali sono risolte in maniera elegante, con le sfumature del bianco e nero, con il sapiente utilizzo delle ombre. È un piacere sfogliare l’albo cartonato di grande formato che raccoglie le due prime storie del fumetto creato negli anni Settanta dai francesi Georges Wolinski e Georges Pichard: “Paulette” (Oblomov Edizioni, pp. 148, euro 23). L’edizione italiana, curata da Stefano Andrea Cresti, mantiene alcune espressioni del lavoro sull’adattamento della resa linguistica fatto da Ranieri Carano nel 1971 quando il fumetto venne pubblicato a puntate sulla rivista Linus. Paulette è una ricca ereditiera che nella prima tavola viene immediatamente rapita da due sicari intenzionati a chiedere un cospicuo riscatto ai genitori. La ragazza, procace, intelligente e con una costante e leggera malizia, gira scalza e vestita in modo succinto. Uno dei rapitori è attratto da lei e Paulette non disdegna di farlo sognare. La fanciulla viene affidata a Joseph, un vecchio che vive tutto solo nella foresta, nella sua casa degradata e lurida. “Non posso mica restare con un vecchio puzzolente come te per tutta la mia vita!” esclama Paulette. “No, tutta la MIA vita! Vecchio come sono e giovane come sei… Ti restano ancora dei begli anni da vivere” risponde l’uomo. La vena dissacrante e grottesca della storia si sposa alla perfezione con la vicenda erotica.
Ma il bello deve ancora arrivare. Uscita nel bosco a raccogliere legna e frutta selvatica, la ragazza s’imbatte in una talpa che aiuta a liberarsi da una tagliola: l’animaletto, che oltre ad essere miope è anche magico, le promette in cambio di esaudire un suo desiderio. Paulette, che è generosa, sceglie di far ringiovanire Joseph: a quel punto un loro accoppiamento sarebbe più facile. Ma la talpa è talmente miope da credere che il vecchio sia una donna e così, dopo l’incantesimo, Joseph riappare con le sembianze di una prosperosa e conturbante ragazza mora. Paulette è divertita, l’ex vecchio disperato e il lettore entusiasta di essere partecipe di un’avventura così sorprendente e surreale. Le due fanciulle vengono catturate da un losco figuro impegnato in una complessa tratta internazionale delle bianche: costui imprigiona giovani donne, le assiepa come fossero manichini in un grande magazzino per poi smistarle ai facoltosi clienti. È così che le due compagne finiscono alla corte del sultano e i colpi di scena si moltiplicano ad ogni tavola mentre nella vicenda entrano nuovi personaggi, come James, l’ingessato maggiordomo di famiglia di Paulette, che rivela sorprendenti doti atletiche da eroe impavido. L’episodio forse più riuscito è quello che si svolge in Paradiso, un posto che la protagonista trova noioso fino a che non viene coinvolta in una strana partita di rugby. La palla infatti è proprio lei: tutti allo stadio gridano che si tratta di una partita di Paulette! La ragazza si trova in mezzo a due squadre di omoni irsuti e muscolosi che giocano a tirarsela da una parte all’altra del campo. C’è la squadra di chi le vuole bene e la squadra di chi le vuole male.

Nella seconda storia, poi, Paulette si scopre comunista e vengono così inseriti temi che si ritroveranno spesso nei fumetti di Wolinski e Pichard: la contestazione giovanile, le lotte operaie, il femminismo, la guerra del Vietnam. Le rocambolesche avventure di cui sarà protagonista la ragazza la vedono impegnata nel vano tentativo di disfarsi del suo immenso patrimonio, osteggiata di continuo da delinquenti e profittatori che vogliono impossessarsi del denaro. In questo fumetto i generi sono fondamentalmente tre, erotico, politico e umoristico, e sono miscelati con grande maestria.
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