Letteratura Società

Verso l’estate

di Ipsa Legit

L’ex First Lady, Michelle Obama

Le lezioni sono finite, anche quest’anno. Un anno scolastico un po’ così, anche se gridare alla catastrofe è inutile e insensato. Nelle ultime settimane sono riuscita a finire tre libri, molto diversi l’uno dall’altro: il saggio 1913, l’autobiografia di Michelle Obama e un romanzo consigliato da Waterstones, che lo definisce un “campus mystery”, The Truants. 

Il saggio 1913. L’anno prima della tempesta di Florian Illies (Marsilio) è un funambolico esperimento di viaggio nel tempo, per essere trasportati nella Storia ma anche nella quotidianità dei nomi esagerati che tutti insieme rivoluzionarono la (Mittel)Europa all’immediata vigilia della prima guerra. L’autore ci racconta Vienna, Parigi, Monaco e Berlino nei dodici capitoli segnati dai mesi di quell’anno fatale, rappresentando o semplicemente immaginando, talvolta con note romanzesche e sempre con molto divertimento, incontri epici: Freud e Jung, Picasso e Matisse, Thomas Mann e un tappeto difettoso, Kafka e Felice, Benn e i cadaveri sul suo tavolo, ma anche Francesco Giuseppe, Kandinskij, Tucholsky, Gertrude Stein, Proust e infiniti altri. Si tratta di un saggio davvero coinvolgente, che ci mostra il fascino di un anno e di un’epoca incredibili in un continuo andirivieni di osservazioni dall’alto e da lontano (com’è giusto che sia per un saggio storico) e di sguardo più intimo e ravvicinato, quasi sotto il microscopio, sulla vita “normale” di personaggi straordinari.

L’autobiografia di Michelle Obama, Becoming, mi è piaciuta molto nella sua prima parte, nel racconto dell’infanzia, della vita giovanile e degli anni universitari: è il racconto di una strada non sempre fluida, che però, grazie alla determinazione di due genitori radicalmente ottimisti (nonostante tutto) e a qualche deviazione anche fortuita da un cammino probabilmente già scritto, ha portato Michelle a “diventare” (appunto) quel che è diventata. Ho trovato appassionante il resoconto della campagna elettorale del 2008, che è stata e resterà un miracolo; sempre meno avvincente, invece, la narrazione degli anni da First Lady, che forse avrebbe potuto essere più concentrata sul valore altamente politico di quel ruolo e di quella posizione, e non esclusivamente sui numerosi impegni di mamma lavoratrice e moglie del presidente, sull’enumerazione dei nomi degli assistenti, sulle ripetizioni a volte eccessive, secondo me, del senso di soffocamento dovuto a una vita trascorsa fra le guardie del corpo. In questa seconda parte mi è mancato un po’ il gusto della scrittura, e il libro, da raccolta di memorie, è diventato più un report di ricordi (differenza sottile, forse, ma incisiva per un lettore). […]

Ipsa Legit: Verso l’estate

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