Di Andrea Carria
Giunti a buon punto del nostro viaggio alla scoperta della pittura del Novecento (qui i link agli articoli precedenti: #1; #2; #3; #4), non è più possibile sottrarsi all’incontro con quella che è stata la rivoluzione artistica più straordinaria del XX secolo: il cubismo.
Iniziamo da questa domanda: perché, fra tutte le avanguardie e correnti artistiche del primo Novecento, il cubismo è quella che viene presentata sempre un passo davanti a tutte? La cosa non è affatto casuale e non è nemmeno merito esclusivo della critica, per quanto essa abbia fatto la sua parte nell’indirizzare la sensibilità estetica e le opinioni del resto del pubblico. La verità è che il cubismo ha davvero rivoluzionato l’arte, introducendo qualcosa a cui nessuno aveva ancora pensato.
Tecnicamente il cubismo non è un’avanguardia perché non ha avuto qualcuno che ne abbia scritto un vero manifesto programmatico…
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Ripubblico qui il commento che ho lasciato sull’altro blog:
Picasso è un’artista che mi è sempre piaciuto per il modo con cui ha rotto i rapporti con l’arte convenzionale e sia riuscito a trovare uno stile tutto suo e innovativo. A molti non piacciono le sue opere (ed è una cosa che ho notato ultimamente e che mi ha lasciato sorpreso), ma io le trovo affascinanti e riescono a descrivere perfettamente una certa situazione e un certo stato d’animo (Guernico è un esempio perfetto per descrivere l’orrore e il dolore).
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