da redazione
Michael Poore, Parli del diavolo
Traduzione dall’inglese di Gianluca Fondriest
pp. 416
E se Satana non fosse poi un tipo così malvagio? Dall’autore di Reincarnation Blues, un altro romanzo esilarante e intelligente.
È fatto di legno. Cucina un ottimo gumbo. Le mucche lo adorano. Vive la prima storia d’amore del mondo… e ha avuto il primo cuore spezzato della storia. Fate la vostra conoscenza con il cupo e affascinante John Scratch, meglio conosciuto come il Diavolo. Dal momento in cui il suo vero amore, un altro angelo caduto di nome Arden, ha deciso che la Terra era un po’ troppo terrificante e violenta, John Scratch ha cercato di convincerla a tornare da lui e a rinunciare al perdono divino del Cielo. Purtroppo né le meraviglie dell’Egitto, né la gloria di Roma sono state sufficienti per trattenerla sulla Terra, ma il Diavolo è convinto di aver trovato un nuovo Eden: l’America. John Scratch approfitta della ricchezza di questa Arcadia mentre la modella in una nazione a sua immagine e somiglianza. Poi, in una notte buia alla fine degli anni Sessanta, incontra tre musicisti in rovina e fa con loro un patto. In cambio delle loro anime garantirà fama, ricchezza e la possibilità di rendere il mondo un posto migliore…
L’autore
Michael Poore è un insegnante e vive nel nord-ovest dell’Indiana, negli Stati Uniti, con la moglie Janine e la figlia Jianna. I suoi racconti sono apparsi in varie antologie, ottenendo prestigiosi riconoscimenti (finalista al premio Sturgeon e al premio Pushcart, menzione nell’Year’s Best Science Fiction 2010). Parli del diavolo è il suo romanzo d’esordio, pubblicato negli Stati Uniti nel 2012, a cui è seguito Reincarnation Blues, già uscito in Italia per Edizioni E/O.
Goffredo Fofi, Le cento città
L’apporto delle regioni alla storia della nostra letteratura dall’Unità a oggi
Un viaggio serrato nella letteratura del nostro Paese, grande via di comunicazione tra centro e periferie. Da un grande critico letterario una disamina incalzante sui rapporti che intercorrono tra letteratura e territorio del Belpaese. pp. 80
Con l’espressione “le cento città d’Italia” Carlo Cattaneo constatava l’eterogeneità e le differenze fisiche, storiche e sociali del nostro Paese. Ancora oggi, colpisce chi si muove lungo la penisola quanto possano essere diverse antropologicamente e culturalmente città peraltro vicinissime tra loro, appartenenti a uno stesso territorio e a una simile storia. In questo saggio appassionante Goffredo Fofi indaga le originalità del nostro territorio e le sue mutazioni, come scrittori e registi lo hanno raccontato e quali siano i dialoghi tra centri e periferie.