da redazione

Il Palazzo di Donnafugata, circondato dalla natura aspra della Sicilia e dai suoi odori, con lo splendido e profumato roseto, il labirinto fatto costruire per la figlia Vincenzina, le opere d’arte fatte venire da Parigi con un treno noleggiato per l’occasione, il teatro che il Barone Francesco suo padre volle aperto e fruibile anche dal popolo: tutto questo è il “luogo dell’anima” del Barone Corrado Arezzo De Spucches che qui, nel corso della sua vita movimentata alla fine volle sempre tornare, e dove volle rifugiarsi prima di chiudere gli occhi per sempre.
La storia di Corrado e della sua famiglia è anche quella dell’Autrice di questo romanzo storico dalle molte sfaccettature. Costanza DiQuattro, che collabora con vari giornali tra cui “Il foglio”, oggi si occupa con la sorella del Teatro di Donnafugata che si trova a Ibla, l’antico centro storico di Ragusa e unico teatro della città. Un teatro costruito dal padre del protagonista di questo romanzo e che, finito di restaurare nel 2010, è diventato l’unico riferimento culturale della città.
Il romanzo racconta una storia molto intima, collocata in un contesto storico, l’Ottocento, che vide la Sicilia al centro di fermenti patriottici anti Borboni, in nome di una libertà fortemente perseguita dal protagonista e da altri suoi conterranei. Protagonista assoluto e personaggio dalle tante sfaccettature che l’Autrice sa abilmente tratteggiare, è il Barone Corrado, un uomo intelligente e dalla mente aperta, perno attorno al quale ruota tutta la famiglia, che ha studiato a Palermo, ha viaggiato, ma sopra ogni cosa ama tornare nella sua tenuta di “Donnafugata”, luogo del cuore, oasi e rifugio. Qui ha visto crescere l’amata figlia Vincenzina, che il destino gli strapperà senza che lui riesca a salvarla. Nonostante la tragedia che pervade la sua vita, Corrado non smetterà mai di credere nell’amore (tenerissimo quello per la moglie) e nell’amicizia. L’amore lo porta a prendersi cura delle due nipoti rimaste orfane e il suo forte senso della giustizia lo conduce con naturalezza ad essere amico sia di nobili suoi pari che di un ragazzino del popolo, conosciuto da bambino e che gli sarà sempre accanto come devoto tuttofare, consigliere e confessore. Il romanzo nasce dalle memorie private di Costanza Di Quattro che ha prima raccolto lettere e documenti conservati nell’archivio di famiglia e poi ha tratteggiato vicende e sentimenti privati, riuscendo a creare un romanzo che va ben oltre la semplice biografia.
Come afferma Giuseppina Torregrossa nella prefazione del libro pubblicato da Baldini + Castoldi: “Il gigantesco Corrado Arezzo torreggia tra le tante figure femminili, ma si fa piccolo accanto alla moglie che amò con passione e trasporto fisico. Le donne del romanzo, anche le più semplici, rivelano una psicologia complessa, che l’autrice tratteggia con delicatezza; e tutte vanno incontro a un destino doloroso, a riprova del fatto che i soldi non danno la felicità. Il barone stesso è un eroe tragico e moderno al tempo stesso; la sua vita pubblica fu costellata di successi, il suo privato fu un intreccio di sconfitte cocenti.”
In questo romanzo Costanza DiQuattro rende giustizia a un uomo profondamente inserito nella sua epoca eppure così moderno e lungimirante e raccoglie degnamente il suo lascito per le generazioni future.
Editore: Baldini + Castoldi
Collana: Romanzi e racconti
Anno edizione: 2020
Pagine: 208 p., Brossura
Grazie, una bellissima storia!
Mi sono anche chiesta molte volte la storia del bellissimo nome “donna fugata”.
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