Poesia

Mu

da redazione

Le prime parole che troviamo ad aprire la raccolta di Nunzio Di Sarno sono quelle di un koan zen.

Un monaco chiese a Joshu: “Un cane ha la natura di Buddha?”

Joshu rispose: “Mu”

Mu mantiene in sé gli opposti e spinge a trascenderli in uno slancio che scatta lontano dalla logica e dalla premeditazione. E quando pensi di averlo afferrato è proprio lì che ti scappa. Ci si può solo muovere insieme. Il koan ci mostra la strada che si fa traccia e mappa. Una mappa che si mantiene giusto per il passaggio e le luci che durano sono le realizzazioni, in balia dell’amore e l’amicizia, delle droghe, dell’alcool e delle meditazioni, della malattia, della morte e della disciplina, in seno alle famiglie “vecchie, nuove e ritrovate”.

In una parola la Vita. Che suona al passaggio del vento, ma anche al ritmo sghembo di Monk e alle distorsioni secche dei Ramones. È un attimo e le gambe a croce schizzano nel Pogo. In una spinta continua alla trasformazione, che trova, nella trasfigurazione della mancanza e degli eccessi, le nuove forme.

E come riporta “Manifesto” il suono è sempre operativo, tutto è vissuto! Niente spazio per l’ozio, gli ammiccamenti e le consolazioni di rito. Come potrebbero le pose reggere al vortice degli Elementi? Il pensiero si produce nell’azione e all’azione riconduce sempre. E l’azione non può non essere politica. Qui il lettore non può restare sulla soglia a guardare, è chiamato ad aprirsi e immergersi per sentire su di sé, sposando i ritmi per ritrovarsi a pezzi. Unico sentiero per accedere alle forme nuove.


Nella ruota

Dove la Natura è Famiglia

l’indigeno fiero resiste

Quando si minaccia la Fonte

i guerrieri raffinano il diamante

Nell’ignoranza che consuma

nell’attaccamento che acceca

Chi non sa ascoltare lo Spirito

che anima l’erba e l’animale

è destinato a nutrire i demoni

Della paura che non trova pace

chi si crede al sicuro dagli effetti

dell’avidità che muove la mano

Moltiplica le pene e gli affanni

incapace a cercarne il principio

proteggendo l’illusione con l’odio

La separazione non dà garanzie

mentre ancora una volta torniamo

a riempire di cenere l’urna

con la stupida e vana speranza

di una palingenesi senza meriti

Le aquile nei cieli vegliano su

i pistoni che stuprano la Terra

WO HA LI WO HA LI

HEY YA HO HEY YA HO

I pesci negli abissi conservano

l’ignoto insondato dagli shuttle

SEDNA QUEET QUEY LA HO

SEDNA QUEET QUEY LA HO

Il sudore che non porta all’umiltà

rende inutile qualsiasi semina

Al di là delle Gocce e dei Venti

tra la danza cosmica degli Elementi

Dove non c’è Spazio per il Vuoto

la Parola non può toccare il Cuore.


L’autore

Nunzio Di Sarno è nato a Napoli. Si è laureato in lingue e letterature straniere con una tesi su Ginna e le connessioni tra astrattismo e spiritualismo. Da alcuni anni risiede e insegna a Firenze. Ha da poco conseguito la laurea in psicologia clinica e della riabilitazione con una tesi su Yoga, Tai Chi e mindfulness come terapie complementari nella malattia di Parkinson. Mu, pubblicata da Oèdipus edizioni nell’agosto 2020, è la sua raccolta d’esordio. Poesie e articoli sono pubblicati su diverse webzine letterarie.

Contatti: nunziodisarno@yahoo.it

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