di Davide Manildo

L’opera “Siamo stati anche felici” di Viviana Guarini è pubblicata da Les Flâneurs Edizioni, una realtà editoriale giovane e interessante, che propone un’ampia varietà di generi letterari. In questo libro si presenta il lavoro di un’autrice che ha già all’attivo diverse pubblicazioni, che hanno il loro fulcro nell’introspezione e nel viaggio esistenziale. L’opera di Viviana Guarini è un balsamo per lo spirito, è una carezza data in un momento in cui abbiamo bisogno di sentirci confortati. Nel titolo è già presente quel senso di speranza che accompagna il testo: l’autrice ci ricorda che probabilmente siamo stati felici anche quando non ce ne rendevamo pienamente conto, e che tutta la nostra vita può essere costellata di momenti di gioia, se impariamo ad accettare le fasi dell’esistenza caratterizzate dalla sofferenza.
Felicità e dolore sono infatti i due lati di quella moneta che è la vita: al destino spetta il lancio della moneta; a noi spetta la reazione – «La pura verità è che la tua felicità dipende da te. Dal tuo modo di reagire agli eventi, di cogliere la bellezza delle piccole cose quotidiane, di saper riconoscere ciò che nell’inferno non è inferno e dargli spazio e dargli tempo». L’autrice si sofferma con attenzione sulla fragilità, ed è sicuramente uno dei cardini del suo discorso: per lei la fragilità non è assolutamente un aspetto negativo del carattere, anzi, è la possibilità di aprirsi al mondo, di raccontare la propria vulnerabilità; riconoscendoci in essa possiamo intraprendere il nostro cammino attraverso il dolore e uscirne più forti, più consapevoli. È una condizione che unisce gli esseri umani, perché in fondo siamo tutti fragili, anche se non vogliamo ammetterlo; la fragilità è insita nella nostra natura, cambia poi il modo in cui la si accetta e la si accoglie come una possibilità per iniziare un percorso di guarigione. Nell’opera questo percorso è scandito dal dialogo intrattenuto dalla mente e dall’anima, che diventano figure concrete che provano sentimenti, e che si interrogano sulla loro situazione.
L’anima cerca di guidare la mente verso la guarigione, proponendole un nuovo punto di vista da cui osservarsi; la mente invece rappresenta la nostra razionalità che a volte ci condanna in una prigione di disillusione. «Ogni qualvolta ci allontaniamo dalla nostra spiritualità, ci perdiamo», afferma l’autrice, e nella sua opera cerca quindi di riconnetterci con la nostra anima, e ci invita a fare pace con l’oscurità, per permettere finalmente alla luce di entrare nelle nostre vite.