da redazione

Rinchiuso in casa, un sedicenne affida alla neutrale imparzialità di un registratore vocale la sua versione dei fatti. Nel giro di qualche anno, da ragazzino problematico e un po’ ingenuo, figlio di avvocati della media borghesia di una qualunque città italiana, Tommaso si è trasformato in un “depravato agli arresti domiciliari”. Cosa è successo per arrivare a questo?
«Giuro di dire la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità; tipo: dica lo giuro! Io sono Tommaso.»
La voce di Tommaso ripercorre le tappe del proprio allenamento sentimentale: la fascinazione per l’amica Mariarosa diventata il primo «ambaradan»; i giochi con l’inseparabile Riccardo e la scoperta della sessualità; le sedute con Giona, lo psicologo che lo orienta fra le assurdità del mondo dei grandi; l’incontro con la seducente professoressa Marta, che consegna a Tommaso le chiavi per aprire la porta degli affetti più puri e dei desideri più inconfessabili.
Fra conflitti generazionali, pulsioni, tabù, revenge porn e cripto-omosessualità, Adolesco è un flashback intenso e dissacrante sugli sventati mutamenti dell’adolescenza, sulla percezione del mondo esterno, sulla coscienza sociale di un ragazzino inquieto. Timothy Megaride rielabora un recente fatto di cronaca e delinea un personaggio complesso, che smaschera le ipocrisie e le sovrastrutture dell’universo sentimentale degli adulti abbandonandosi a una lingua viscerale carica di tutta la brillante, ingenua e agrodolce schiettezza della gioventù.
«Quando tornai a casa andai a guardare sul vocabolario il significato di supino. Vabbè, in italiano, è un aggettivo con molti significati, e vuol dire anche sottomesso. Allora pensai che la parola latina adultum era un supino e significava sottomesso e l’esempio del vocabolario diceva di qualcuno che mostra accondiscendenza cieca e servile. Allora decisi che io non volevo essere adultum, cioè adulto, cioè supino, che non volevo mostrare a nessuno accondiscendenza servile, cazzo. Io ero io e volevo restare io e non prendevo gli ordini dagli altri e poi mi incazzai perché è pazzesco che essere adulti significa essere ubbidienti e basta. Mai e poi mai, io volevo restare adolescens per sempre. Punto.»
TIMOTHY MEGARIDE è un eteronimo.
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