di Giuseppe Genna

È uscito il nuovo Ellroy: non è nuovo. È sempre Ellroy. Già nelle prime pagine: allitterazioni alla “Hush hush” e “Confidential”, gossip porno, da subito citati JFK e Sal Mineo con le perversioni che scandalizzano mia zia, miliardi di pagine congruenti con l’eterno ritorno del medesimo, carcere e omosex aggressivi, trovatone tipo non so se sto sognando o sono morto, lingua fintoinventiva, ululati, corsivi e maiuscoletti, le attrici e le attricette, polizia corrotta, flash improvvisi nelle stanze dei viziosi, aggettivazione usualmente bella e: nessuno scatto, nessuna verticalità, nessuna sorpresa. L’ignoto fu tale, poi divenne noto, prima di finire scontato. La noia regna, che prende chi dalla lettura del contemporaneo si attende scarto, poesia autentica, l’informe in luogo della forma cristallizzata e non più cristallina. Dagli Usa non arriva più nulla o, se va bene, penetra pochissimo. I generi hanno reso l’umano ciò che era: generico. Si comprende così quanto avesse ragione Ellroy a ululare e latrare nelle sue apparizioni pubbliche, si trattava di una profezia che andava autoavverandosi.
Resta, fortunatamente, da lavorare sempre sul DDL, non lo Zan, bensì DeLillo. Tempo di pochissimi poeti, come si prevedeva e non si tollera di tollerare.
Sinossi
Los Angeles è satura di paranoia. L’America è preda della paura. Siamo negli anni Cinquanta, e il popolo americano è avido di notizie, di gossip, di scheletri negli armadi. Quanto piú ama qualcuno, tanto piú vuole conoscerne i vizi. E Freddy Otash è deciso a dare al pubblico quello che vuole. Freddy era un poliziotto. Poi ha ucciso un uomo per vendicare un collega e il nuovo capo della polizia l’ha congedato con disonore. Adesso è un investigatore privato specializzato in ricatti, un pappone e, soprattutto, il braccio armato di «Confidential», il famigerato tabloid. Circondato da un alone di benzedrina e di violenza, Freddy Otash dovrà risolvere l’omicidio dell’unica donna che ha mai amato, vedersela con un complotto comunista e uscire vivo da una congiura che mira a fermare la corsa di Jack Kennedy alla presidenza. Con Panico il grande maestro del noir è partito da “Ricatto” (Stile Libero 2013) per comporre un affresco vasto, brutale e ipnotico.
Repost Facebook del 13 luglio 2021