da redazione

Pensare senza pensare: è intorno a quest’idea che N. Katherine Hayles, docente universitaria di letteratura negli Stati Uniti, costruisce questo saggio. Hayles indaga, tra le pagine, su come usiamo processi cognitivi inaccessibili alla coscienza eppure necessari al suo funzionamento, e nell’affiancare le discipline scientifiche a quelle umanistiche estende la nostra comprensione della cognizione, dimostrando come questa vada ben oltre la semplice idea di coscienza. La cognizione per Hayles è applicabile non solo ai processi inconsci degli esseri umani ma anche a tutte le altre forme di vita, inclusi organismi unicellulari e piante, estendendo il campo anche ai sistemi tecnici e tecnologici, come semafori o droni o perfino algoritmi, che nell’interagire con gli umani formano ‘assemblaggi cognitivi’, sistemi di relazione che stanno radicalmente trasformando la vita sulla Terra per come finora l’abbiamo conosciuta. Tutto ciò conduce l’autrice a parlare di ‘ecologia cognitiva planetaria’, e a comporre domande urgenti tanto per le scienze umane quanto per le scienze dure.
L’impensato (traduzione risemantizzata di ‘Unthought’, il termine che dà il titolo al libro e che per Hayles costituisce, come dirà più avanti, il ‘non pensiero del non conscio cognitivo’, un’attività che è comune a umani, animali, vegetali e macchine) può anche essere inteso come un riferimento alle recenti scoperte neuroscientifiche che confermano l’esistenza di processi cognitivi non coscienti inaccessibili all’introspezione cosciente, ma tuttavia essenziali per il funzionamento della coscienza. Comprendere l’estensione del loro potere richiede un ripensamento radicale della cognizione. Inoltre, poiché l’esistenza stessa dei processi cognitivi non coscienti è in gran parte sconosciuta nell’ambito umanistico, l’impensato svela una terra incognita che invita a spingersi al di là delle nozioni precostituite su come la coscienza opera. Mettendo in evidenza le molte possibilità che si aprono quando la cognizione non cosciente è inclusa nell’equazione, l’impensato indica anche il grande potenziale sprigionato da un’opera di concettualizzazione adeguata delle interazioni tra sistemi umani e tecnici, che a loro volta ci permettono di capire più chiaramente la posta in gioco politica, culturale ed etica, del vivere nelle società sviluppate contemporanee.
L’autrice
N. Katherine Hayles insegna e scrive intorno alla relazione tra letteratura, scienza e tecnologia nel Ventesimo e Ventunesimo secolo. Oltre a L’impensato (Untought, Chicago University Press, 2017), tra le sue pubblicazioni Postprint: Books and Becoming Computational (Columbia University Press, 2021), My mother was a computer (ed. italiana Mimesis, 2014) e How We Became Posthuman: Virtual Bodies in Cybernetics, Literature and Informatics (vincitore del Rene Wellek Prize). È docente di letteratura alla University of California e alla Duke University.