di Riccardo Laterza

Ieri è stata inaugurata la statua dedicata a Josef Ressel, di cui quest’anno ricorre il 165mo anniversario della morte. Nato in Boemia nel 1793, Ressel si trasferì a Trieste nel 1820. A lui si deve l’invenzione dell’elica per la propulsione navale, una delle più grandi innovazioni nella storia della navigazione; ma anche il programma di rimboschimento che mise in salvo il patrimonio forestale del Carso, un bell’esempio, decisamente attuale, di quando l’intervento pubblico nell’ambito della cura dell’ambiente era una cosa seria.
Di recente Sergio Bologna (il suo articolo a questo link) aveva sottolineato l’importanza di ricordare il contributo fondamentale di Josef Ludwig Frantisek Ressel; un contributo per troppo tempo destinato all’oblio anche a causa della politica culturale del Fascismo, che aveva nei fatti imposto la cancellazione di ogni legame tra Trieste e il suo entroterra naturale della Mitteleuropa. Secondo Bologna «qualunque altra città del mondo, se avesse avuto la stessa esperienza, in un clima, come quello odierno, dove il marketing territoriale la fa da padrone, si sarebbe subito fregiata del titolo “città dell’elica” ed avrebbe per ciò stesso acquistato un posto di diritto in tutte le guide turistiche del mondo, poiché l’elica, come il motore a scoppio o il motore a turbina, è una delle invenzioni che hanno cambiato la mobilità umana, possiamo ben dire che è stata alla base della globalizzazione».

Speriamo veramente che l’inaugurazione di ieri non resti un’iniziativa isolata ed estemporanea, ma sia un tassello importante nella ricostruzione del rapporto di Trieste con quella parte della sua storia caratterizzata da innovazione, dinamismo, apertura. Abbiamo bisogno anche di questi insegnamenti per tracciare la rotta della Trieste del futuro.
Un grazie particolare va al Comitato per l’erezione di una statua a Trieste alla memoria di Josef Ressel per aver promosso questa importante iniziativa.