Letteratura

La ricerca proustiana del tempo perduto come meditazione trascendentale (a cura di Omar Suboh)

Poetarum Silva

Per raccontare Alla ricerca del tempo perduto di Marcel Proust – ancora?, non bastano già le decine di libri scritti?, o articoli e monografie al seguito? – si potrebbe partire da una dichiarazione di poetica applicata dello stesso scrittore francese, quando riflette su alcune pericolose tendenze estetiche del suo tempo.
Esiste una pericolosa sopravvalutazione della critica ai danni della creazione: «I poeti, gli artisti, creano dei fantasmi che talvolta divengono immortali nella tradizione degli uomini. Il critico, come il filosofo, crea valori. L’opera d’arte non conclude. Là dove c’è conclusione c’è critica», scrive Proust. Nulla meglio di queste poche righe potrebbe dare l’idea di cosa sia quella che viene spesso accostata alla Divina Commedia di Dante, per aiutarci a raffigurare con gli occhi della mente – e le intermittenze del cuore – l’Eternità dell’attimo, dilatato sulla pagina senza che questa vada mai incontro a una vera conclusione.
Perché…

View original post 1.406 altre parole

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: