TELEGRAPH AVENUE - LIBRI E RECENSIONI

“Non voglio che mi riabiliti. Solo che mi rendi più interessante”.
Un bizzarro narcisismo è la dimensione umana nella quale ha vissuto e si è manifestato Philip Roth, l’uomo e lo scrittore, la cui produzione letteraria, piuttosto vasta (trentuno libri), non è stata altro che una biografia espansa e mascherata, se preferite una gigantesca menzogna intrisa di verità, un gioco di specchi senza sosta che sembra culminare ne “I fatti”, il romanzo nel quale il genio di Newark fa dialogare se stesso con l’alter ego Nathan Zuckerman. Ma quando si ha a che fare con Roth è bene non fidarsi troppo perché è proprio nei tratti più verosimili che si nasconde la mistificazione. I suoi romanzi “sono il frutto dell’interazione tra i miei lavori precedenti, la mia storia personale recente non ancora digerita, le circostanze della vita quotidiana e i libri che stavo leggendo e insegnando”, fa scrivere a Blake…
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