di Chiara Ugolini
Come tutti gli appassionati di lingue straniere sanno, ogni traduzione è un tradimento. Per quanto l’interprete sia preparato, abile, creativo, ogni qual volta si passa da una lingua all’altra si perde qualcosa… Lost in translation non è solo un (bel) film di Sofia Coppola di qualche anno fa, è un concetto che chiunque abbia fatto esperienza della traduzione conosce. Se poi il passaggio è quello dal linguaggio delle parole a quello delle immagini il tradimento è inevitabile. L’adattamento di un romanzo al cinema è fonte di infinite possibilità: ci sono autori che hanno disconosciuto i film dai loro libri, altri che si sono sempre rifiutati di venderne i diritti. Chi ha collaborato alla sceneggiatura e chi invece ha scelto di non firmarla per poi metter bocca su ogni dettaglio. Ora che da domani è in sala American Pastoral, versione cinematografica del romanzo del premio Pulitzer Philip Roth diretta da Ewan McGregor con Dakota Fanning e Jennifer Connelly, riparte il dibattito: può un romanzo di culto diventare un buon film? Intanto l’attore e regista scozzese incassa l’approvazione dello scrittore americano: “I produttori hanno ricevuto un’email da Philip Roth in cui ha detto […]