di Terry Passanisi
Scommetto “my two cents” che questo articolo, da qualcuno in particolare, sarà etichettato come buonista; definizione che oggi si spende e si porta un po’ su tutto.
Parliamoci chiaro: In Italia, nel 2017, è ancora permesso a taluni quotidiani nazionali di professare la Reductio ad Hitlerum, con titoli e articoli a dir poco surreali e sgradevoli fondati sul più losco razzismo. Anzi no: fosse almeno quello, sapremmo che chi li congegna non è una marionetta al soldo di un potente in cerca di vantaggi politici. A fronte dello spregio che alcuni (presunti) giornalisti fanno dell’informazione e della cronaca, provo a rispondere. Perché, sotto sotto, il problema più grande è proprio questo: avere persa la bussola, tutti, grazie al gioco delle tre carte di un sistema più grande di chi l’ha generato, e gestito, per sete di potere e ambizione, nondimeno l’ignoranza più bieca dell’attuale classe dirigente. Perché i corsi e i ricorsi storici avrebbero già dovuto insegnarle qualcosa, per l’appunto, su qual è la colpa di ignorare – o fare finta di ignorare – quello che la Storia ha già giudicato.
Come si affronta tutto questo? Guardando e passando? Girandosi dall’altra parte e turandosi il naso? Scopriremmo l’acqua calda e le ovvietà più alla portata di mano, se provassimo a proporre una soluzione, come si deve fare dopo essersi indignati? Ci accorgeremmo, tanto per darci un riferimento più prossimo e attuale possibile, che, per esempio, già due esimi intellettuali dei nostri tempi avevano preconizzato certe derive e già proposto adeguate soluzioni. Parlo di Tullio De Mauro, che in uno dei suoi pensieri portanti ripeteva quanto qualsiasi forma di democrazia si svuotasse e non reggesse senza Cultura, oppure di Umberto Eco con la sua teoria sull’Ur–fascismo (non ce ne siamo liberati, abbiamo solo nascosto i cocci sotto il tappeto), per quanto bistrattata, tanto più da una certa sinistraccia, che non sta facendo che avverarsi. Spetta a noi viventi – adesso, ora, prima che sia troppo tardi! – proporre delle soluzioni. Ci basterebbe, nel breve tempo che una lampadina impiega ad accendersi, ricorrere alle proposte, riconoscendole, di coloro che ci hanno preceduto e sono stati in grado di darne. Parafrasando il pensiero di Saul Bellow sulla letteratura: “L’unica cosa che conta davvero è questo tenerci, questo credere, questo amare. Se non ci importa veramente di quel che scriviamo o facciamo, che muoiano pure tutti i libri, vecchi e nuovi, i romanzieri e i governi. Se invece ci importa, se crediamo nell’esistenza degli altri, allora quel che scriviamo continuerà a essere necessario.”
Saranno sempre le stesse cose a salvare il mondo: la Cultura, la Conoscenza, l’Arte, la Bellezza, la Comprensione, la Tolleranza, virtù e valori universali. Immortali antidoti alla sola cosa che genera i mostri peggiori e le più tragiche atrocità – e che alcuni, molti, troppi, oggi, innalzano a pregio: l’Ignoranza.
Letture consigliate:
- Cinque scritti morali – Umberto Eco (Bompiani)
- L’educazione linguistica democratica – Tullio De Mauro (Laterza)
- Memorie dal sottosuolo – Fëdor Dostoevskij (Oscar Mondadori)
- Liliana Segre. Il mare nero dell’indifferenza – Liliana Segre e G. Civati (People)