di Terry Passanisi.

Dopo anni in televisione con toni supponenti e stentorei ad ammorbarci con le sue false ragioni, e mise improbabili da dominatore di un mondo fantastico a sua immagine e somiglianza, è finalmente possibile vedere il criminale di alto rango Formigoni finire in galera. Ci si augura che lo segua a ruota l’intero sistema. Altolà! si sente già apostrofare indignati da destra e da manca: guai a festeggiare per qualunque uomo che finisca a scontare una pena; guardiamolo sommessamente senza nemmeno increspare un labbro. Noi siamo diversi… Sì, è vero.
Mi si permetta: non è piacere, voluttà fine a se stessa. Direi che il termine corretto è ‘soddisfazione’. Ed è giustissimo provarla. È un dovere e un diritto degli onesti. Di tutti coloro che per anni sono stati vittime dirette o indirette di quel malaffare. Provano a confonderci con falsi moralismi perfino nei confronti della giustizia e dell’onestà (che al singolo cittadino, causa la corruzione, costano enormi sacrifici anche solo in termini economici). Però una cosa è il piacere per la caduta dell’avversario leale, l’accanimento sulla sconfitta di qualcuno che ci ha sfidato ad armi pari e con onestà, un’altra è la soddisfazione per il criminale disonesto che viene fermato e per la giustizia che ha fatto il suo corso. Piccole sfumature e banali filosofemi? È bene distinguerli, per provare a salvare quel tanto di mondo salvabile.
Dovrebbe non fare una piega. Capita alle volte che non la faccia. Ed è giusto sentirsi soddisfatti. Non felici, di fronte a tutta questa bassezza non aggiungiamone altra, ma soddisfatti sì.