di Andrea Scanzi

Ma la sentite montare, tutta questa arroganza del potere? Ci state facendo caso? Ogni giorno peggiora tutto, e lasciatevelo dire da chi purtroppo il potere (per lavoro) lo frequenta più di quanto vorrebbe. Ormai i politici, benché sempre più improponibili quando non caricaturali, provano a farti il vuoto attorno se osi criticarli. Fenomeni verdi che non parlano più con te perché “troppi insulti” (ma chi, ma dove, ma quali?). Fenomeni rosé che sparano querele a raffica se osi dar notizie. Fenomeni neri che te la giurano se osi fargli una mezza domanda di troppo. Per dirla col solito Gaber, di cui pubblico un ritratto perché con lui nel cuore sai sempre cosa fare e dove andare: “C’è un’aria ma un’aria, che manca l’aria”.
Io però sono fatto a modo mio. Più fanno gli scorretti arroganti e sbruffoni, e più insisto. Quindi, con me e spero anche con voi, cascano male. Molto male. Me la lego pure al dito, e prima o poi (prima) mi vendico. Sempre. Mi hanno cresciuto insegnandomi a temere solo tre cose: la morte, la musica di merda e la disonestà intellettuale. Dei bulletti pingui e vuoti, in tutta onestà, ho la stessa “paura” che mi genera un dattero a Natale. La paura è una cosa troppo seria per sprecarla coi ballerini di terza fila. Rassegnatevi, quindi, miei cari “politici” così bravi a sputtanare ogni giorno quel che resta della cosa pubblica.
