Il libro la chiama dallo scaffale, sussurrando con voce suadente la parola incanto (non sono mai stata capace di resistere alle tentazioni letterarie). È tempo di fervori, di specchi, di labirinti, di biblioteche e di tigri. Sì, per lei è giunto il momento di perdersi tra le pagine di Jorge Louis Borges. Le basta leggere il titolo,Il libro di sabbia (Adelphi, 2004), per spiegare le vele dell’immaginazione. Il volume che stringe tra le dita contiene l’ultima raccolta di racconti dello scrittore argentino e quattro altri testi scritti tra il 1977 e il 1980: diciassette sogni, diciassette labirinti onirici.
La me stessa di qualche giorno fa (la osservo da lontano) sta per smarrirsi tra i sentieri biforcati di una nuova Biblioteca di Babele. Una biblioteca meno oscura, più essenziale, rispetto a quella di Finzioni o al dedalo-Aleph, ma non per questo meno affascinante. Sta per perdersi…
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